Tra governo e presidente della regione c'era stato un braccio di ferro e anche un ricorso al Tar
L’Abruzzo tornerà in zona gialla. Al termine del periodo delle feste natalizie, quando cioè l’Italia uscirà dalla zona rossa, la regione, governata da Marco Marsilio, non sarà più arancione. L’Abruzzo a metà dicembre era diventato oggetto di un confronto. L’11 dicembre la il ministro della salute, Roberto Speranza, aveva firmato una ordinanza che riportava Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte in fascia gialla e, appunto, l’Abruzzo in fascia arancione dal 13 dicembre.
Il 6 dicembre l’ente aveva deciso in autonomia di tornare alle restrizioni previste dalla fascia di rischio arancione, in contrasto con l’esecutivo nazionale. Tutto era cominciato, appunto, cinque giorni prima, quando il presidente della Regione allora ancora in zona rossa aveva firmato un’ordinanza per far tornare la regione in zona arancione e allentare così le restrizioni per contenere il contagio da Covid-19. Lo staff del governatore aveva scritto in una nota che “il ministro Speranza è stato informato prima dell’adozione del provvedimento”, ma fonti di governo lo avevano smentito: “La cabina di regia che monitora i dati di tutte le Regioni ha riconosciuto questa anticipazione che avrebbe potuto portare alla zona arancione nella giornata di mercoledì. La scadenza dei 21 giorni è però prevista per mercoledì, non per lunedì. Quindi non c’è avallo su questa ulteriore anticipazione”.
Marsilio, però, era andato dritto per la sua strada, tanto che il governo aveva presentato al Tar dell’Aquila una richiesta di sospensiva dell’ordinanza. Richiesta che proprio il tribunale amministrativo abruzzese avevaaccolto, disponendo il ritorno dell’Abruzzo in zona rossa, come voluto dal Governo di Roma. Ma la nuova ordinanza di Speranza aveva di nuovo cambiato le carte in tavola. “