A Bruxelles non devono avere preso molto bene l’appello all’approvazione di altri vaccini da parte del numero uno di Biontech, l’azienda tedesca che ha sviluppato il vaccino con la Pfizer. “Tutti ora guardano al ritmo delle vaccinazioni” ma “il collo di bottiglia al momento non è il volume degli ordini ma la carenza mondiale di capacità produttiva. Questo vale anche per Biontech” dice la commissaria Ue alla salute, Stella Kyriakides, risponde ad una domanda della Dpa sulla quantità degli ordini della società di Magonza che per prima ha ottenuto il via libera degli enti regolatori e dell’Oms. “La situazione migliorerà: abbiamo negoziato dosi aggiuntive da Biontech e siamo pronti – aggiunge – ad espandere ancora la capacità. Altre aziende, con cui abbiamo contratti, attendono l’ok. Se arriverà per tutti, l’Europa conterà su 2 miliardi di dosi, per vaccinare tutti i 450 milioni di europei e i suoi vicini”.
Tra le aziende in fila per l’autorizzazione c’è Moderna – che ha sviluppato un composto con la tecnica dell’Rna messaggero – ma hanno accumulato ritardi sulla sperimentazioni altri candidati come Sanofi Gsk e Oxford Astrazeneca. L’Unione europea ha firmato accordi anche con Novavax, Janssen (Johnson&Johnson), Curevac proprio con l’obiettivo di avere un portafoglio ampio di vaccini contro Covid 19, per massimizzare la possibilità di avere vaccini efficaci e sicuri per sconfiggere la pandemia. Astrazeneca e Sanofi sono ritardo sulla tabella di marcia: la prima perché dovrà validare l’efficacia del vaccino con una dose e mezza e Sanofi ritarderà perché il composto non ha dimostrato di stimolare una buona risposta immunitaria nelle persone anziane.
Ugur Sahin, in una intervista a Der Spiegel, ieri aveva detto che ci saranno lacune nella fornitura delle dosi in Europa fino a quando non saranno approvati altri vaccini, nonostante l’azienda stia lavorando a pieno ritmo per aumentare la produzione del farmaco. “L’assunzione (di Bruxelles, ndr) era che sarebbero arrivate molte altre aziende con i loro vaccini”, ha detto. “Sembra che l’impressione fosse: ‘Ne avremo a sufficienza, avremo tutto sotto controllo‘. Mi ha sorpreso”. Insomma: la Ue si sarebbe affidata alla speranza che ci fosse rapidamente “un insieme di fornitori diversi” tra cui scegliere, e “questo approccio ha senso. Ma poi a un certo punto è diventato chiaro che molti sarebbero non stati in grado di consegnare così rapidamente. A quel punto era troppo tardi per rimediare agli ordini insufficienti“. Ed è a questa affermazione che Bruxelles risponde con fermezza.
“Al momento non sembra buona la situazione – ha concluso Sahin – si sta creando un buco perché mancano altri vaccini approvati e dobbiamo colmare il vuoto con il nostro”. L’azienda comunque punta a rendere operativo un nuovo impianto di produzione nella città tedesca di Marburg a febbraio, “molto prima del previsto”, che dovrebbe essere in grado di sfornare altre 250 milioni di dosi nella prima metà del 2021. Finora la Biontech ha stretto accordi con cinque case farmaceutiche in Europa per aumentare la produzione e sono in corso trattative con altre aziende specializzate. “Entro la fine di gennaio dovremmo avere chiarezza su cosa e quanto ancora possiamo produrre”, ha aggiunto Sahin. Le due società inizialmente avevano programmato di fornire 1,3 miliardi di dosi in tutto il mondo quest’anno, sufficienti per immunizzare 650 milioni di persone.
Oggi la commissaria ha ricordato che “nella fase iniziale l’Ue ha fornito finanziamenti a Biontech”, per “100 milioni di euro, per sviluppare le attuali capacità di produzione e si è assicurata 300 milioni di dosi del vaccino” dalla stessa azienda tedesca. Kyriakikes ha poi aggiunto che Bruxelles era in trattative con l’azienda tedesca da molto tempo”, ma anche “con altri produttori di vaccini in grado di svilupparne nell’estate del 2020”, questo perché a “livello Ue si è concordato di non mettere tutte le nostre uova nello stesso paniere”. Tale “approccio – ha sottolineato la commissaria – è stato accolto con favore da tutti i capi di stato e di governo” dell’Unione.