“La situazione è grave”, ma la Gran Bretagna procede spedita sul vaccino contro il coronavirus. Il premier britannico, Boris Johnson, è tornato a parlare, ai microfoni del programma tv Andrew Marr Show, nel bel mezzo della nuova impennata di contagi nel Regno che anche oggi ha fatto registrare 54.990 casi (con 454 decessi), superando per il sesto giorno consecutivo la soglia dei 50mila. “Abbiamo vaccinato un milione di persone, più del resto d’Europa messo insieme”, ha dichiarato il leader Tory. Ma il governo pensa a nuove restrizioni e deve ancora fare chiarezza su come avverrà la riapertura delle scuole.
Il capo di Downing Street ha voluto rassicurare la popolazione sulla disponibilità del vaccino, spiegando che da domani circa 530mila dosi prodotte da Oxford-AstraZeneca saranno disponibili nei centri di vaccinazione e “qualche milione in più” di quelle Pfizer devono ancora essere somministrate ai pazienti.
Ma la “grave” crisi sanitaria che sta affrontando il Paese imporrà con tutta probabilità restrizioni che “diventeranno più dure”, con già il 78% della popolazione, circa 44 milioni di persone, che già vive in regime di Tier 4, alla stregua di un lockdown totale. “Il governo ha adottato tutte le misure che ragionevolmente poteva adottare – si è giustificato il capo del governo – Ciò che non potevamo prevedere, credo ragionevolmente, era l’arrivo di una nuova variante del virus che si diffonde ad una velocità superiore del 50-70%. Una volta che lo abbiamo capito abbiamo agito con decisione”.
Sulle scuole, il premier ha sottolineato di non aver dubbi “sul fatto che siano sicure”. Un tema, questo, che ha tenuto banco negli ultimi giorni, dopo che, il 30 dicembre, lo stesso Johnson aveva preannunciato che nelle zone della Gran Bretagna in cui la situazione è più critica la riapertura non avverrà prima del 18 gennaio. Ieri, poi, l’esecutivo ha deciso che tutte le scuole elementari di Londra resteranno chiuse fino a quella data a causa dei numeri preoccupanti sulla diffusione del Covid-19 nella capitale.
La chiusura di due settimane a Londra e nel sudest dell’Inghilterra è stata “eccezionale”, ha spiegato oggi, a causa della nuova variante del coronavirus in rapida diffusione, ma il rischio per i bambini è “molto, molto basso” e il beneficio dell’istruzione è “enorme”. La maggior parte delle scuole primarie in Inghilterra, ad eccezione di quelle di Londra e di parti del sud-est, riapriranno però già da domani. I sindacati hanno chiesto l’introduzione della didattica a distanza in tutte le scuole primarie. Le chiusure saranno tenute “sotto costante revisione” e il governo sarà “guidato da considerazioni di salute pubblica e dall’enorme importanza dell’istruzione”, ha concluso il premier.