Le esecuzioni federali negli Stati Uniti sono rimaste bloccate per 17 anni, prima che il presidente Donald Trump ne ordinasse la riapertura nel 2020. La condanna della donna è stata fissata dalla Corte d'Appello 9 giorni prima dell'insediamento di Biden, che ha promesso di abolire la pena capitale federale
La corte d’appello statunitense per il distretto della Columbia ha dato il via libera all’esecuzione dell’unica donna in attesa nel braccio della morte di una prigione federale. Lisa Montgomery è stata condannata alla pena capitale per aver strangolato nel 2004 una donna incinta nel Missouri prima di praticarle un cesareo e sottrarle la bambina, sopravvissuta, di 8 mesi. Se verrà giustiziata, sarà la prima detenuta donna a essere messa a morte, in quasi 70 anni, dal governo degli Stati Uniti e non da un singolo stato. Le esecuzioni federali sono infatti rimaste bloccate per 17 anni, prima che il presidente Donald Trump ne ordinasse la riapertura nel 2020: soltanto negli ultimi mesi della sua presidenza ne ha “supervisionato” dieci. Questa rimane l’ultima del suo “mandato”.
L’esecuzione per Montgomery è fissata il 12 gennaio, nove giorni prima dell’insediamento del presidente eletto Joe Biden, che si è impegnato ad abolire la pena di morte federale. L’esecuzione inizialmente era stata fissata per il mese scorso, l’8 dicembre, ma una sospensione era stata accordata perché l’avvocato di Montgomery aveva contratto il Covid-19, andando a farle visita nel carcere di Terre Haute, nell’Indiana. La data era stata quindi spostata al 12 gennaio, ma i legali avevano fatto ricorso sostenendo che non si poteva fissare un’ulteriore data, mentre la sospensione era ancora in vigore. La corte aveva inizialmente dato loro ragione, bloccando l’ordinanza del direttore della prigione, ma un collegio di giudici ha rivisto la decisione, dando il 2 gennaio il via libera all’esecuzione. I legali di Montgomery hanno annunciato ricorso. L’ultima donna a essere giustiziata negli Usa è stata Bonnie Heady nel 1953 in Missouri.