"Non ci sembra prudente riaprire le scuole - ha spiegato Zaia - in una situazione epidemiologica del genere in Italia". Nella Regione di De Luca per il momento riapriranno solo la scuola dell’infanzia e le prime due classi della scuola primaria l'11 gennaio. Altri governatori invece restano con la data fissata prima di Natale. Azzolina: "Le Regioni riflettano bene sulle conseguenze per studenti e famiglie"
Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Marche non attendono le decisioni del governo sulla riapertura delle scuole superiori e annunciano che gli studenti proseguiranno con la didattica a distanza almeno fino al 31 gennaio. Il governatore veneto, Luca Zaia, e l’assessora friulana all’Istruzione, Alessia Rosolen, hanno annunciato che sono pronte le ordinanze delle rispettive giunte regionali. Nella giornata di domani è previsto un provvedimento analogo anche nelle Marche guidate da Francesco Acquaroli. Strada autonoma pure in Campania: lunedì 11 gennaio – e non il 7, come previsto – rientreranno in classe solo i bambini della scuola dell’infanzia e delle prime due classi della scuola primaria, mentre gli altri alunni dovranno aspettare almeno il 18 gennaio, alle superiori il 25. Altre Regioni invece scelgono di tenere fede a quanto annunciato prima di Natale: Toscana e Sicilia precisano che le scuole riapriranno dopo l’Epifania con le modalità previste. Il Lazio inoltre annuncia la campagna di screening per gli studenti delle scuole superiori.
“Le Regioni riflettano bene sulle conseguenze per studenti e famiglie“, è la reazione della ministra Lucia Azzolina alla decisione unilaterale di Veneto, Friuli e Campania nonostante l’intesa firmata con Governo, Province e Comuni. “Il Governo ha mantenuto gli impegni, i tavoli guidati dai Prefetti hanno prodotto piani operativi in tutte le Province, lavorando sul potenziamento dei trasporti e sullo scaglionamento degli orari di scuole e altre attività”, ha spiegato. “Ognuno faccia la propria parte”. L’esecutivo, che solo domenica sera ha incontrato le Regioni, nel frattempo al lavoro su un nuovo provvedimento con le misure restrittive che dovrebbe valere almeno fino a metà mese. Sul tavolo c’è anche il tema delle scuole: dal 7 gennaio tutti gli studenti, infatti, sarebbero dovuti tornare alle lezioni in presenza (alle superiori con la didattica a distanza almeno al 50%).
Molti governatori però hanno chiesto di aspettare almeno il prossimo monitoraggio dell’Iss, previsto per l’8 gennaio, sostenendo che sia ancora troppo presto per ripartire. Anche virologi, medici, presidi e sindacalisti hanno rivolto un appello al governo, chiedendo di aspettare almeno la metà di gennaio per prendere una decisione. La ministra Azzolina, a Il Fatto Quotidiano ha bocciato la proposta, specificando che “la scuola è già stata troppo sacrificata“. Meno di due settimane fa, il 23 dicembre, la riunione tra governo, Regioni e province aveva approvato le “Linee guida” per la ripresa in sicurezza dell’anno scolastico: nel documento erano previsti la riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale, gli orari scaglionati e uno screening della popolazione studentesca.
“Continuare a tergiversare sulla data di riapertura degli istituti scolastici procrastinando il rientro dei nostri studenti, come stanno facendo molti presidenti di Regione, non è più accettabile”. scrivono gli esponenti del Movimento 5 stelle in commissione Istruzione al Senato. “Lo scorso 23 dicembre – aggiungono – sono stati presi degli accordi tra il governo e le regioni, messi nero su bianco, che devono essere rispettati“. “A maggior ragione – ragionano i senatori M5s – per il fatto che i dati dell’Istituto Superiore di Sanità ci dicono che frequentare gli ambienti scolastici non rappresenta un amplificatore dei contagi e che se si seguono regole rigorose come da mesi la comunità scolastica sta facendo, la riapertura non solo è possibile ma è doverosa“. I pentastellati vogliono anche sottolineare che “le regioni hanno ricevuto ulteriori 150 milioni di euro, che si aggiungono agli oltre 300 già ricevuti in estate, per quelle che sono le esigenze del trasporto pubblico locale in relazione alle scuole. A questo punto ciascuno si assuma le proprie responsabilità“. “Ulteriori ritardi e slittamenti per l’incapacità di qualcuno non sono più ammissibili”, conclude la nota.
Il Veneto – “Non ci sembra prudente – ha spiegato Zaia – in una situazione epidemiologica del genere in Italia riaprire le scuole. Questo è ciò che dobbiamo fare per il bene della comunità oggi. Ringrazio la direttrice scolastica regionale Palumbo, ho parlato con gli assessori, ho avvisato il Prefetto di Venezia Zappalorto. Credo che molti colleghi faranno un provvedimento simile. Non abbiamo problemi nei trasporti, lo voglio chiarire”. Il governatore ha voluto anche puntualizzare che non si tratta di “un problema politico perché le ordinanze sono sul profilo sanitario. La Regione – ha proseguito – può intervenire con ordinanze sul rischio sanitario, non è in contraddizione con le norme nazionali. Non mi sorprende che la ministra Azzolina si batta per la riapertura perché è il ministro dell’Istruzione, ma in questo momento non è prudente. Quando abbiamo portato l’accordo delle Regioni sui protocolli per la riapertura non eravamo arrivati a questa situazione. La situazione sta degenerando e bisogna rispondere con misure ad hoc”.
Il Friuli – Stessa decisione che potrebbe essere ufficializzata definitivamente anche in Friuli, secondo quanto spiegato dall’assessora Rosolen: Fedriga “ha immaginato un’ordinanza che sposti dopo il 31 gennaio il rientro in classe dei ragazzi delle secondarie di secondo grado”, ha dichiarato. “Ovviamente – ha aggiunto – ci sono possibilità di intervenire da qui al 31 gennaio, a seconda di come la curva epidemiologica si modificherà nelle prossime settimane”. L’ordinanza, ha poi precisato, verrà firmata oggi e prolungherà il ricorso alla didattica digitale integrata al 100% per gli istituti superiori fino a fine mese. Ciò “per dare la certezza di tempi alle scuole, non vogliamo ricominciare per doverci fermare e vogliamo dare garanzia alle scuole per organizzare il loro lavoro fino al 31 gennaio. La scuola ha pronti i piani di rientro a cui hanno lavorato prefetti, dirigenti scolastici, Ufficio scolastico regionale e Amministrazione regionale. In questo momento la nostra responsabilità rispetto a tutta la comunità regionale è di ridurre al minimo tutte le possibilità di esplosione dei dati. La scuola non è avulsa dal contesto regionale in cui è inserita”.
Marche – La giunta regionale si è confrontata in merito all’andamento epidemiologico nelle Marche e, anche a seguito della concertazione avuta dall’assessore all’istruzione con il mondo della scuola, ha deciso di far proseguire la didattica a distanza per le scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, al 100% fino al 31 gennaio. Per questo il Presidente della giunta regionale, Francesco Acquaroli, emanerà martedì 5 un’ordinanza che formalizza questa decisione. Restano garantite in presenza le attività laboratoriali e quelle per alunni con disabilità o bisogni educativi speciali. La giunta si riserva comunque la possibilità di revoca o modifiche del provvedimento sulla base dell’andamento della situazione epidemiologica regionale.
La Campania – Le scuole riapriranno lunedì 11 gennaio quando potranno tornare in classe gli alunni della scuola dell’infanzia e delle prime due classi della scuola primaria, esattamente com’era prima della chiusura per la pausa natalizia. E’ il frutto della riunione dell’Unità di Crisi della Regione che ha valutato i dati epidemiologici in relazione alla possibilità di un ritorno in presenza: ci sarà un’ordinanza entro martedì. A partire dal 18 gennaio sarà valutata dal punto di vista epidemiologico generale la possibilità del ritorno in presenza per l’intera scuola primaria e dal 25 gennaio, per la secondaria di primo e secondo grado.
Chi riparte – “Saremo minoritari ma siamo convinti che il rapporto con gli insegnanti e tra studenti sia essenziale, quindi, anche complice il fatto che con i dati ce lo possiamo permettere, in Toscana il 7 gennaio si riparte con le scuole secondarie superiori”, ha annunciato invece il presidente della Regione, Eugenio Giani. In Toscana le scuole ripartiranno “secondo le indicazioni dell’ordinanza del ministro della Salute Speranza, ovvero al 50%” di didattica in presenza, “se poi i dati epidemiologici peggiorano si tornerà alla dad in modo esclusivo“. Anche l’assessore all’Istruzione della Regione siciliana, Roberto Lagalla, conferma che sull’Isola “la scuola si prepara per la riapertura il 7 o l’8 gennaio con le superiori eventualmente al 50% fino al 18 gennaio, quando, se la curva epidemiologica lo permetterà, la percentuale salirà al 75%“. La Regione Lazio, infine, comunica che “in vista della ripresa dell’attività scolastica, offre ai ragazzi dai 14 ai 18 anni che il prossimo 7 gennaio torneranno in aula, la possibilità di effettuare un tampone Covid rapido da domani fino al 31 gennaio 2021″. Nella comunicazione si spiega che, per gli studenti, sarà possibile prenotare nelle strutture drive in semplicemente con codice fiscale, senza richiesta del medico curante, al link fornito dalle scuole o su portale della Regione ‘Prenota Drive’.