Fuori Giulio Gallera. Dentro, a sorpresa, Letizia Moratti. Al Pirellone sembra cosa quasi fatta: l’ex sindaca di Milano ha già dato la propria disponibilità a sedersi sulla poltrona dell’assessorato al Welfare. Quella da cui Gallera ha fatto di tutto per non scendere, nonostante i pasticci e le gaffe continue nella gestione della pandemia. Per concludere con la falsa partenza delle vaccinazioni anti Covid per causa – ha sostenuto – delle “ferie dei medici“. Il rimpasto di giunta è ormai questione di giorni. E se ieri sembrava che in pole position per la sostituzione di Gallera ci fosse Gianvincenzo Zuccotti, preside della facoltà di Medicina della Statale di Milano e primario di Pediatria dell’Ospedale Buzzi, oggi super favorita è stata per tutto il giorno la Moratti, che in serata viene data per certa. Legata a Silvio Berlusconi, che l’avrebbe voluta anche come candidata a sindaca di Milano, il suo nome è uscito da un accordo preso ai vertici dei partiti. E non è un caso che in mattinata il leader della Lega Matteo Salvini, a chi gli chiedeva di una possibile nomina di Zuccotti, abbia risposto: “È un bravissimo medico, è un’eccellenza lombarda, è utilissimo per quello che sta facendo”. Come a dire, siamo già oltre.
L’accordo sulla Moratti è passato sopra le teste dei consiglieri di maggioranza del Pirellone. Ma il suo nome piace ai più, perché considerato di prestigio. Oltre che sindaco di Milano, Moratti in passato è stata presidente Rai e ministra dell’Istruzione nel secondo governo Berlusconi, mentre dallo scorso ottobre non è più presidente di Ubi Banca. “Entro qualche ora o al massimo qualche giorno avrete una squadra d’eccellenza – promette Salvini -. Come Lega porteremo in Regione anche qualcuno che ha ricoperto incarichi di Governo nei mesi scorsi”. E qui il riferimento è all’ex ministra per la Famiglia del primo governo Conte, Alessandra Locatelli, che dovrebbe prendere il posto della leghista Silvia Piani, attuale assessore alla Famiglia. In uscita dalla giunta anche l’assessora allo Sport Martina Cambiaghi, cui dovrebbe subentrare Antonio Rossi, l’ex olimpionico attualmente sottosegretario in giunta con delega ai grandi eventi sportivi ed ex assessore con Roberto Maroni.
Tra i papabili per un ingresso nella compagine di Attilio Fontana c’è anche l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio del Conte I, l’attuale deputato leghista Guido Guidesi. A questo punto per la maggioranza che governa Regione Lombardia resta solo un problema: contenere le reazioni di Gallera che sta facendo il diavolo a quattro per non uscire da sconfitto. Gli sarebbe stata offerta la possibilità di rimanere in giunta con un incarico da sottosegretario, ma lui non si dà pace. E punta a uno degli altri assessorati, persino a quello dello Sviluppo Economico di Alessandro Mattinzoli, suo compagno in Forza Italia.
Critiche sul rimpasto arrivano dalle opposizioni. “Tutto continua nel solco delle spartizione da prima Repubblica – accusa il capogruppo del M5S Massimo De Rosa -. Se poi il nome è quello di Moratti, la scelta pare incomprensibile e in totale continuità del peggior centrodestra, senza nessuna speranza per miglioramenti futuri”. Secondo il viceministro all’Economia, il dem Antonio Misiani, “il presidente Fontana può fare tutti i rimpasti di giunta possibili e immaginabili, ma il problema è nel manico: una gestione della sanità lombarda catastrofica”. Da qui l’affondo: “Se la Regione a guida leghista, che aveva già combinato disastri con la vaccinazione anti influenzale, non è in grado di attuare quella contro il coronavirus è giusto che subentri lo Stato esercitando i poteri sostitutivi”.