Unicredit, forse, si avvicina ed Mps spicca il volo in borsa. Il titolo della banca senese ha chiuso la seduta con un rialzo di oltre il 6%, seppur tra scambi limitati a causa del clima ancora festivo. Indiscrezioni di stampa hanno prospettato progressi nell’integrazione con Unicredit. In particolare starebbe prendendo forma un piano che prevede, accanto alla fusione, il mantenimento fino a tre anni, di una ‘mini-Mps’ con 300 filiali in Toscana, per preservare marchio e alcuni business su cui le istituzioni locali sono molto sensibili. Sul dossier starebbero lavorando Bank of America Merrill Lynch per conto del Tesoro e Mediobanca e Credit Suisse per Mps.
L’ipotesi di una fusione con nascita di una “mini Mps” non sarebbe però gradita a Siena e alla stessa Fondazione Mps perché ritenuta una sorta di “contentino”. In serata sono state diffuse altre voci provenienti da ambienti bancari. Risulta che Unicredit starebbe prospettando al Tesoro l’esigenza di una “dote” più consistente di quella fino ad ora ipotizzata per poter procedere a un’integrazione con Siena. Il cda di Unicredit, in passato, aveva chiarito che non avrebbe accettato alcuna operazione dannosa per gli interessi del gruppo e la sua posizione patrimoniale. Si ipotizza una richiesta complessiva di 5,5-6 miliardi, numero che per ora non trova conferme ufficiali.
– “Non ci sono trattative di mediazione in corso con i legali di Mps sull’azione da 3,8 miliardi di euro contro la banca senese”, ha nel frattempo affermato il presidente della Fondazione Mps Carlo Rossi in merito alle indiscrezioni di stampa che darebbero per avviato un negoziato per neutralizzare l’iniziativa legale dell’ente di Palazzo Sansedoni contro Mps. “È iniziata la solita manfrina all’italiana. Cose dette a mezza bocca e situazioni verso le quali non si va mai veramente fino in fondo. In queste ultime ore ho notato e ho percepito un certo rallentamento di entusiasmo da parte di Unicredit, perché probabilmente vuole più risorse da parte del governo. Il Mef ha le idee estremamente chiare, e vuole risolvere al più presto il problema Mps, cedendo il 64% della stessa banca”, ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato da Class CNBC. “Non vogliamo spezzatini”, afferma Federico Di Marcello, segretario della Fisac Cgil di Siena di banca Mps, a commento delle indiscrezioni.