Dietrofront! Le coppie che si formano su Tinder e Grindr sono più inclini alla convivenza di quelle formatesi offline. Il dato inatteso è il risultato di uno studio condotto dall’Università di Ginevra, pubblicato sulla rivista scientifica Plos One. Sappiamo tutti che a differenza delle oramai vecchie chat online dei siti di incontri, o delle sempiterne agenzie matrimoniali in carne ed ossa, le app di acchiappo rapido si basano principalmente sull’occhiata immediata lanciata sull’aspetto fisico dei pretendenti.
Con una strisciata sullo schermo dello smartphone basta un trapezio poco scolpito, un stempiatura alla Kojak, o qualche gambuccia più corta del solito, e in un amen la candidatura per fare sesso o più “banalmente” incontrarsi finisce nel dimenticatoio. Fino a ieri, quindi, gli incontri su Tinder e compagnia erano sinonimo di “sveltina” e soprattutto, si diceva, non producevano relazioni di lunga durata. Da oggi, invece, lo studio di Plos One ribalta ogni ovvietà sul tema. Chi si accoppia sulla app, superando una selezione della specie istintuale che nemmeno nel paleolitico, poi rimane legato a lungo al/la partner.
Inoltre, le donne delle coppie che si sono formate sembrano avere un maggior desiderio di fare figli. “Internet sta profondamente trasformando la dinamica degli incontri tra le persone”, ha affermato Gina Potarca, ricercatrice presso l’Istituto di demografia e di socioeconomia dell’Università di Ginevra e responsabile dello studio “rivoluzionario”. 3300 le persone di nazionalità svizzera intervistate nel 2018 che avevano costruito una relazione sentimentale attraverso le app di incontro. Ebbene, una buona percentuale di queste ha posto il matrimonio come obiettivo importante, oltre che a definirsi soddisfatta della propria vita di coppia e della qualità del rapporto. Lo studio mostra, infine, che in termini di soddisfazione coppia online e coppia formatasi offline mostrano le stesse percentuali di giudizio positivo. Insomma, il gap tra virtuale e reale è colmato. Auguri e figli maschi (e femmine).