È il paese che in Europa finora ha vaccinato il maggior numero di persone, ma la corsa del coronavirus nel Regno Unito – complice il dilagare della variante inglese, altamente trasmissibile – continua ad avanzare con numeri preoccupanti, raggiungendo oggi il record assoluto di casi e decessi. Seppure su un elevatissimo numero di tamponi – quasi 500mila – le infezioni registrate nelle ultime 24 ore sono state 62.322 e i decessi 1041. Ieri il governo ha stimato, sulla base dei dati statistici dell’Istat britannico, che un 2% dell’intera popolazione (oltre un milione di persone) s’è infettato di Covid nella sola settimana fra il 27 dicembre e il 2 gennaio. Una quota che sale addirittura a un residente su 30, circa il 3%, a Londra. Sebbene di tutt’altra portata, anche i dati sull’andamento dell’epidemia in Germania, che si appresta a inaugurare la task force per accelerare sulla produzione dei vaccini, offrono un quadro tutt’altro che confortante. Sono 1.019 i decessi registrati nelle ultime 24 ore, la seconda cifra più alta dopo le 1.129 vittime del 30 dicembre scorso. Resta elevato anche il numero dei contagi dell’ultima giornata, 21.237, mentre la cancelliera Angela Merkel invita a ridurre al minimo assoluto i contatti. La Svizzera, invece, va verso la chiusura di bar e ristoranti fino a fine febbraio.
La crisi sanitaria nel Regno Unito – Salgono anche i ricoverati negli ospedali, stabilmente al di sopra dei 3000 al giorno nell’ultima settimana, con minaccia crescente di sovraffollamento in diversi reparti e un quota di ricoverati per Covid salita a circa il 30% del totale dei pazienti fra i nosocomi del Paese. L’isola, dopo le ultime giornate, torna a superare l’Italia in Europa come Paese con la somma più alta di decessi per coronavirus in cifra assoluta dall’inizio dell’emergenza: 77.346, contro 76.877. In rapporto alla popolazione, Belgio, Spagna e Italia continuano tuttavia ad avere al momento un tasso complessivo di morti per Covid peggiore del Regno Unito.
Johnson: “A Londra positiva una persona su 30” – La Gran Bretagna intanto si appresta a entrare nel suo terzo lockdown e il premier Boris Johnson si è presentato alla Camera dei Comuni per il dibattito sul voto (scontato) alla legge destinata a dare una cornice giuridica al nuovo confinamento. Il governo britannico “intende proteggere i confini” del Regno Unito dalla minaccia di ulteriori contagi in ingresso e di varianti virulente del Covid come quella individuata di recente in Sudafrica, ha detto il premier Tory, annunciando a breve “misure ulteriori per fermare la riammissione del virus” dall’estero. Secondo il Times, le misure introdurranno la necessità di un test negativo obbligatorio, fatto nelle 72 ore precedenti, per chiunque viaggi verso il Regno e forse un secondo tampone all’arrivo. Il capogruppo indipendentista scozzese (Snp), Ian Blackford, ha tuttavia accusato il governo Tory di aver lasciato troppo a lungo i confini sostanzialmente aperti e, sfidando il premier a “imparare dai suoi errori”, ha chiesto di chiuderli ora del tutto salvo “i viaggi essenziali“.
Johnson ha inoltre riferito che in Gran Bretagna 1 persona su 50, vale a dire circa il 2% della popolazione, risulta essere positiva al coronavirus, mentre nell’area di Londra la situazione è ancora più critica con 1 persona su 30 positiva al Covid. Nel frattempo, la campagna vaccinale prosegue e secondo quanto riferito da Johnson, finora sono state vaccinate 1,3 milioni di persone, di cui 650mila con più di 80 anni, circa il 23% degli over-80 del paese. Il leader dell’opposizione laburista, Keir Starmer, ha confermato il sì del suo partito alle misure del governo, pur non lesinando critiche alla strategia di Johnson per il passato. E chiedendo un incremento ulteriore del sostegno pubblico all’economia e al lavoro di fronte ai contraccolpi delle restrizioni, nonché più chiarezza per studenti e insegnanti su una procedura sostitutiva degli esami estivi dopo la chiusura da ieri di tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Svizzera, bar e ristoranti chiusi almeno fino a fine febbraio – Lo propone il Consiglio federale, precisando però che una decisione definitiva verrà presa solamente il prossimo 13 gennaio. Tuttavia, già a partire da sabato non ci saranno più eccezioni a livello cantonale. L’obiettivo è mantenere in vigore per ulteriori cinque settimane i provvedimenti adottati lo scorso 18 dicembre (attualmente in vigore fino al 22 gennaio). Tra questi figura anche la chiusura di strutture per la cultura, il tempo libero e lo sport, ha indicato oggi a Berna il consigliere federale Alain Berset. Inoltre, a partire da sabato 9 gennaio non ci saranno più eccezioni: in tutta la Svizzera – anche nei cantoni con un’evoluzione epidemiologica positiva – dovranno restare chiusi sia i ristoranti, sia le strutture per la cultura, il tempo libero e lo sport. Per quanto riguarda i vaccini, Berset ha sostenuto che attualmente circa il 2,7% della popolazione può ora vaccinarsi. Il consigliere federale si è detto fiducioso in merito all’arrivo del vaccino, ma ha avvertito che ci vorranno mesi per vederne gli effetti. “Qua inizia il lavoro”, ha sottolineato, ricordando che la strada è ancora lunga poiché si tratta anche di una grande sfida a livello logistico.