La chiamano “la macellaia dagli occhi azzurri” per la brutalità del suo crimine. Susan Lucille Wright, 44 anni, è stata rilasciata per buona condotta mercoledì 6 gennaio dopo aver scontato 16 dei 25 anni di prigione previsti dalla sentenza per omicidio di primo grado. Era il 2004 quando la donna colpì il marito, Jeff Wright, 34 anni, 193 volte, poi lo seppellì in una buca scavata nel cortile della loro casa a Houston, in Texas. Susan, fa sapere il Daily Mail, non ha rilasciato dichiarazioni al momento dell’uscita dal carcere: rimarrà in libertà vigilata fino al 2024. Dovrà indossare un dispositivo GPS alla caviglia, frequentare dei corsi per gestire la rabbia e non potrà lasciare il Texas. Secondo i verbali del processo, la notte dell’omicidio Susan attuò un piano messo a punto in tutti i dettagli: prima sedusse il marito, in modo da legarlo al letto con cravatte e asciugamani e poi lo colpì 193 volte con un coltello. Secondo il procuratore il movente fu la polizza sulla vita di Jeff, del valore di 200 mila dollari.
Il processo fu particolarmente scioccante perché il letto dove si consumò l’omicidio venne portato in aula e la procuratrice Kelly Siegler mostrò, con l’aiuto di un collega, come si svolse l’assassinio. Secondo l’avvocato della difesa, Susan era stata usata come “sacco da box” sia in senso fisico che mentale dal marito, per i cinque anni del loro matrimonio. “Jeff ha abusato per anni della moglie e la sera dell’omicidio era rientrato a casa sotto l’effetto della cocaina e aveva colpito il figlio. Poi aveva costretto Susan ad andare a letto e aveva cercato di violentarla, minacciandola con un coltello che la donna riuscì a strappargli di mano, iniziando a colpirlo “, si legge negli atti. La violenza delle pugnalate fu così forte da spezzare il coltello. I giudici accusarono Susan Wright di omicidio di primo grado. La storia è stata anche proposta in documentario per LifeTime, nel 2012, dal titolo “La macellaia dagli occhi azzurri”. Secondo l’avvocato Brian Wice, “tutti la considerano un mostro ma non è la verità. Al tempo la difesa non fu fatta in modo appropriato e non vennero chiamati testimoni che potessero confermare gli abusi subiti”, ha detto al Texas Montly.