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Orlando: “Conte è un punto di equilibrio, lui o il voto”. Zingaretti: “Una crisi di governo ora sarebbe vissuta come un gioco di potere”

L'appello del segretario del Pd, attraverso un colloquio con il Corriere della Sera, è a sbloccare una situazione che è paralizzata dai veti incrociati e a questo punto anche poco comprensibili: "Se dovessimo fallire, chi avrà avuto la responsabilità di un mancato coraggio o di una condotta irresponsabile, ne pagherà le amare conseguenze". Il suo vice: "Governissimo? Sarei in imbarazzo". Boschi: "Il premier si decida"

Il Pd prova a fare quadrato, ripete con forza che dopo Conte ci sono le elezioni e avvisa che una crisi di governo in questo momento avrebbe il sapore di un gioco di potere. Eppure da Italia Viva, oggi attraverso Maria Elena Boschi, arriva un altro ultimatum al presidente del Consiglio: “Si decida. Che cosa abbia in testa Conte non è dato saperlo e sono anche personalmente molto sorpresa dal modo con il quale sta giocando questa partita”. La pre-crisi resta appesa lì, senza che lo stallo si schiodi. La giornata però segna la presa di posizione netta dei democratici, con i suoi massimi vertici. Prima Nicola Zingaretti, poi Andrea Orlando.

Il segretario avverte: “La crisi, in un momento di emergenza verrebbe vissuta come un gioco di potere, lontano dagli interessi dell’Italia”. Quindi un concetto già espresso due giorni fa e il destinatario si fa presto a trovarlo: “Bisogna fare presto. Abbiamo molte cose da fare per gli italiani. Il Pd intende superare le conflittualità all’interno della maggioranza e un clima di incertezza che può arrecare danni all’azione di governo e alle condizioni di vita del Paese”. L’appello, attraverso un colloquio con il Corriere della Sera, è a sbloccare una situazione che è paralizzata dai veti incrociati e a questo punto anche poco comprensibili. E anche il suo vice ha avvisato che Conte è “punto di equilibrio” e “se si toglie, si rotola verso le elezioni”.

Da una parte Matteo Renzi che continua a formulare le sue minacce attraverso tutti i media che conosce, dall’altra però il presidente del Consiglio che non ha ancora preso iniziative dalla conferenza stampa di fine anno. “Da mesi alla luce del sole, con iniziativa politica unitaria – rileva il segretario dem – sollecitiamo una ripartenza della nostra coalizione. Saremo giudicati dal modo in cui riusciremo a domare definitivamente i contagi del virus. Sulle cose da fare siamo pronti a un immediato confronto di merito con tutti i partiti della maggioranza”. Zingaretti dice di credere che “ci siano le condizioni per un compromesso alto, che faccia fare un passo in avanti a tutti, attorno a Conte e per l’interesse nazionale”. Il Pd, sottolinea il suo numero uno, “respinge ogni tentativo di esasperare le differenze e le divisioni per aprire la strada a avventure, cambi di maggioranza o confuse soluzioni da condividere con la destra“. Allo stesso tempo, aggiunge, “il premier deve assumere l’iniziativa per propiziare questo confronto franco e chiuderlo il prima possibile”. Quindi un nuovo messaggio al suo predecessore, Renzi: “Non servono atti di rottura o crisi al buio, ma una collaborazione necessaria e consapevole dato il momento che stiamo vivendo”.

“Se dovessimo fallire, chi avrà avuto la responsabilità di un mancato coraggio o di una condotta irresponsabile, manovriera e spregiudicata, ne pagherà le amare conseguenze – avvisa Zingaretti – Il Pd spinge a superare la staticità e al contempo le strumentalità. Abbiamo la fiducia dell’Unione europea, che ha investito sul nostro Paese. Sarebbe assurdo fallire”. I democratici, aggiunge il segretario e governatore del Lazio, faranno “di tutto perché questo non accada” e garantisce che “fino all’ultimo” il Pd “darà il suo contributo autonomo, disinteressato, in direzione della stabilità ma anche del rinnovamento, urgente e corrispondente alle speranze dei cittadini italiani”.

Ma i renziani continuano la loro marcia: “A oggi, nessuna risposta dal governo – dice Boschi a La Stampa – Forse il presidente vuole verificare fino in fondo l’ipotesi dei responsabili prima di chiarirsi con noi. Legittimo, ma l’importante è che non perda tempo. Noi siamo pronti al dibattito in Parlamento, le nostre ministre sono pronte a dimettersi. Conte si decida”. Per l’ex ministra le elezioni anticipate non sono una strada praticabile, mentre per Orlando paiono proprio la via da perseguire e anche Fratelli d’Italia ha allontanato l’ipotesi di trovare alternative con questo Parlamento. “Che cosa abbia in testa Conte non è dato saperlo e sono anche personalmente molto sorpresa dal modo con il quale sta giocando questa partita – rileva – noi gli avevamo offerto massima collaborazione, lui ha risposto con toni ultimativi e peraltro avventati dal punto di vista dei numeri. Se si aprirà la crisi, il presidente della Repubblica farà la sua scelta”.

“Conte punto di equilibrio, se si toglie” il premier “si rotola verso le elezioni”, l’avviso di Orlando su un’eventuale crisi. “Una previsione mi dice che se si toglie questo punto di equilibrio è impossibile trovarne un altro – ha spiegato – La Costituzione prevede altre vie d’uscita ma a mio avviso non sono percorribili. Rotolare verso le elezioni che sarebbe un fuor d’opera in questo momento, non lo chiede neanche una parte delle opposizioni” vista l’emergenza Covid. E il ‘governissimo’? “Nessun altro Paese ha fatto una cosa del genere. Noi siamo sempre un’eccezione ma sarebbe difficile capire perché la politica si autocommissaria e lascia ad altri scelte che sono molto politiche – la risposta dell’ex ministro della Giustizia – Poi avrei difficoltà a pensare che persone che hanno sparato a palle incatenate contro l’Europa improvvisamente si mettono lì a dialogare con l’Europa”, ha detto a Oggi è un altro giorno su Raiuno. “Io non credo che mettendosi insieme la destra con la sinistra, noi con Meloni e Salvini si diminuisca la confusione, credo aumenti. Io mi troverei in grande imbarazzo”.

“Stento a capire esattamente – ha aggiunto – perché anziché lavorare in un confronto anche duro, si è strappato e si parla di crisi. Io sono convinto che si debba cercare in tutti i modi di risolvere i problemi”. Che il vice-segretario dem non nega: “Ci sono, ma siamo in un momento in cui l’epidemia non è ancora alle spalle e la campagna di vaccinazione sta partendo: è un momento sbagliato per parlare di valzer delle consultazioni, di totoministri”. La strada da seguire “è mettersi attorno a un tavolo e discutere: se poi non si troverà una soluzione si dovrà prendere atto, ma è meglio che dare ultimatum”.