A un soffio dal mezzo milione di unità prodotte: si è chiuso così il 2020 di Tesla, con uno storico traguardo. A dare una spinta determinante al business sono stati i modelli “compatti”, ovvero la Model 3 e la relativa edizione a ruote alte, la Model Y: insieme valgono oltre 442 mila unità. Il resto lo fanno Model S e X. Nonostante la pandemia – che ha comportato la chiusura delle fabbriche di Tesla, la scorsa primavera – i volumi di vendita del costruttore sono schizzati in avanti del 36% rispetto al 2019, quando erano state prodotte 368 mila unità.
La notevole accelerazione è stata possibile grazie a un quarto trimestre da record, con oltre 180 mila pezzi consegnati, 40 mila in più rispetto al primato stabilito nel quarto trimestre 2019. Numeri che, oltre a rendere Tesla il più grande costruttore di auto elettriche del mondo, contribuiscono all’impennata della capitalizzazione del brand, che sul mercato vale 669 miliardi di dollari. A far lievitare il giro di affari della Tesla è stato pure il nuovo stabilimento cinese di Shanghai, dove vengono prodotte Model 3 e Model Y.
E, nel frattempo, la marca americana sta costruendo altri due impianti di produzione: uno nei pressi di Berlino, in Germania, che sarà capace di fabbricare fino a 500 mila pezzi l’anno, e uno a Austin, in Texas (si aggiunge a quello di Fremont, in California), dove verranno sfornati il pick-up Cybertruck e il camion Semi.
Nel frattempo Elon Musk, patron dell’azienda, ha annunciato che già entro l’anno lancerà la tecnologia di guida autonoma di livello 5, ovvero l’autopilota per auto, capace di portare il veicolo a destinazione senza interventi da parte di chi siede al posto di guida. Anche se, in questo caso, la tecnologia potrebbe precedere le regolamentazioni dei vari paesi, il che potrebbe limitarne le potenzialità di utilizzo.
Tuttavia, Musk ritiene che l’approvazione dell’autopilota per auto possa essere sufficientemente rapida in alcuni Stati degli Usa. Più lento l’esordio in Europa, dove la stessa Tesla propone funzionalità di ausilio alla guida assai più limitate. E Musk non esclude la possibilità di vendere la sua tecnologia di self driving anche ad altri costruttori e di rendere disponibile la rete di ricarica dei Supercharger ad aziende terze.