A rivelarlo è il quarto report dell’Organismo di monitoraggio istituito dal capo della Polizia sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte delle mafie. L'allarme era stato lanciato qualche settimana fa anche dal segretario generale dell’Interpol, Jürgen Stock. A preoccupare sono pure altri settori, come i cyber attacchi al sistema sanitario e lo sfruttamento del malcontento e del disagio sociale
C’è il pericolo che i clan mafiosi si infiltrino nella catena di distribuzione dei vaccini contro il Covid-19. A rivelarlo è il quarto report dell’Organismo di monitoraggio istituito dal capo della Polizia sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte delle mafie. Il Viminale sottolinea come la criminalità organizzata stia già tentando di sfruttare l’emergenza sanitaria per accedere alle misure di sostegno all’economia e nei servizi di sanificazione per le strutture turistiche e commerciali, ma ora potrebbe mettere le mani anche sui farmaci sviluppati per mettere fine alla pandemia e sulle future risorse che saranno garantite con il Recovery Fund.
La diffusione di un numero sempre maggiore di vaccini, infatti, potrebbe interessare i gruppi criminali per “l’elevata domanda” e per “la fisiologica bassa offerta iniziale”, si legge nel rapporto. L’allarme era stato lanciato qualche settimana fa anche dal segretario generale dell’Interpol, Jürgen Stock, che aveva affermato che il vaccino è “la “cosa più preziosa da distribuire il prossimo anno e la mafia e le altre organizzazioni criminali sono già preparate”.
Gli interessi attorno ai vaccini sono dimostrati anche dagli attacchi informatici subiti dal sistema sanitario e dalle infrastrutture destinate a gestire l’emergenza. Nei primi dieci mesi del 2020 i cyber attacchi sono cresciute del 353% e le persone denunciate del 104%. Non è un caso che mentre dal primo marzo al 31 ottobre del 2020 i reati nel loro complesso son diminuiti del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quelli informatici abbiano fatto un balzo in avanti di quasi il 35%.
Ma non è il solo terreno su cui bisogna tenere gli occhi aperti, avverte il ministero. Rischi di infiltrazione ci sono nei settori economici più colpiti dalla crisi (commercio al dettaglio, turismo, trasporti, attività di intrattenimento) con la mafia pronta a rilevare imprese e attività in sofferenza, e in quelli legati alla richiesta di presidi medico-sanitari, all’utilizzo dell’e-commerce, alla vendita al dettaglio di prodotti alimentari, ai servizi di pulizia e funebri. Da non sottovalutare nemmeno il pericolo del cosiddetto “welfare criminale”, con la criminalità organizzata pronta a offrire sostegno interessato a soggetti privati in difficoltà economica. Ma inquieta anche il pericolo di una strumentalizzazione della stanchezza dei cittadini – per le limitazioni legate alla pandemia e per la crisi economica – da parte di alcuni movimenti dell’estrema destra, delle tifoserie, della stessa criminalità organizzata, pronta a sfruttare il disagio sociale.