Il rapporto tra positivi e test processati torna ad aumentare e nel confronto con settimana scorsa si nota che la curva non cala più. Tra le Regioni, il Veneto resta la più colpita ma l'incidenza è in aumento quasi ovunque. La conseguenza è il ritorno in sofferenza degli ospedali: in 11 regioni è stata superata la soglia d’allerta per i posti occupati da pazienti Covid in terapia intensiva
Oggi giovedì 7 gennaio sono stati registrati altri 18.020 nuovi casi di coronavirus in Italia, frutto di 121.275 tamponi processati. Il bollettino del ministero della Salute riferisce inoltre di altri 414 morti accertati nelle ultime 24 ore. Come spesso accade dopo un giorno festivo, in cui non ci sono dimissioni, risalgono sia i pazienti Covid ricoverati in area medica (+117) sia il saldo tra ingressi e uscite in terapia intensiva (+16). I guariti di oggi sono 15.659: le persone che attualmente hanno il virus in Italia sono ancora 571.055.
Le autorità sanitarie hanno accertato oltre 2mila contagi in meno rispetto a ieri (6 gennaio), giorno in cui però sono stati comunicati i risultati di 178.596 test. Oggi invece il numero dei tamponi si è ridotto e il tasso di positività (rapporto tra positivi e tamponi) risale al 14,9% (+3,5% rispetto a ieri). Nel confronto con settimana scorsa, comunque viziato dalle diverse festività e quindi dai ritardi nelle diagnosi e della comunicazione dei test, si nota che la curva dei nuovi casi non cala più, come ha avvertito anche la Fondazione Gimbe nel suo ultimo monitoraggio. Tra lunedì e oggi sono stati registrati 64.529 nuovi contagi, nei primi 4 giorni della scorsa settimana erano 59.488, quindi 5mila in meno. Giovedì scorso il tasso di positività era poco sopra il 12 per cento.
A livello di Regioni il Veneto resta anche oggi al vertice per numero assoluto di nuovi contagi: sono 3.596 con 17.243 tamponi processati. Sopra i 2mila casi nelle ultime 24 ore anche la Lombardia (2.799) e l’Emilia-Romagna (2.228). Il Lazio registra 1.779 nuovi contagi con 12.339 tamponi, seguono Sicilia (1.435), Piemonte (1.208) e Campania (1.052). Il tasso di positività cresce praticamente ovunque e resta sotto il 10% solo in Toscana, Umbria, Molise, Provincia di Trento e Campania. E’ particolarmente alto in Veneto e Piemonte, due regioni che insieme a Lazio, Sicilia e Abruzzo registrano anche una rilevante crescita dei casi ogni 100 mila abitanti. Per quanto riguarda i decessi, oggi in Emilia-Romagna ne sono stati comunicati 64. Seguono Veneto, Lazio (+43), Campania (+39), Sicilia (+36) e Lombardia (+34).
LE TERAPIE INTENSIVE TORNANO IN SOFFERENZA
A livello di pressione sugli ospedali sempre Veneto e Lombardia registrano il più alto numeri di ingressi in terapia intensiva (+25). Sono 18 nel Lazio, 17 in Sicilia e 15 in Puglia. In Veneto (16), Lazio ed Emilia-Romagna (4) è con il segno più anche il saldo tra ingressi e uscite. Per quanto riguarda i ricoverati, il Lazio fa peggio di tutti con 39 posti letto occupati in più in area medica, seguito dalla Sicilia con un +38 e dall’Emilia-Romagna (36). Dopo i progressi delle scorse settimane, torna a aumentare il numero di regioni che supera la soglia d’allerta per i posti occupati da pazienti Covid in terapia intensiva: la media nazionale si attesta infatti al 30%, ma a superare questa soglia sono le due Province autonome di Trento e Bolzano e 9 regioni (11 in totale), ovvero 3 in più in una settimana. Sono Lombardia (38%), Veneto (37%), Umbria (35%), Friuli-Venezia Giulia (35%), Puglia (33%), Lazio (32%), Emilia Romagna (31%), Piemonte (31%) e Marche (31%). Cresce anche il numero delle regioni che superano la soglia d’allerta del 40% dei posti nei reparti ospedalieri: sono anche in questo caso 9, una in più rispetto a una settimana fa. Si tratta di Provincia di Trento (59%), Friuli Venezia Giulia (51%), Piemonte (48%), Emilia Romagna (44%), Lazio (44%), Marche (44%), Provincia di Bolzano (44%), Veneto (44%) e Liguria (41%).