Il modo migliore per non affrontare un problema è fingere di occuparsene. Da una attenta lettura dei provvedimenti riguardanti la disabilità contenuti nella legge n.178 di bilancio del 30 dicembre 2021 questa suggestiva impressione sembra concretizzarsi in una triste realtà.
La volenterosa presa in carico dei diversi temi, dalla scuola alle tutele per i lavoratori fino ai fondi ad hoc previsti, non può assolutamente fugare il sospetto che “tanto rumore per nulla” (o per pochissimo) rappresenta forse il giudizio più efficace.
In realtà per fugare ogni riserva in chi legge, bisogna fare innanzitutto un riferimento alla cosiddetta “situazione di contesto” che la pandemia da Covid-19 ha determinato, con la possibilità di trasformare finalmente la politica delle “mance” alla disabilità in un sistema integrato di sostegno reale.
La deroga al Patto di stabilità con la possibilità di dare inizio a manovre e scelte di sostegno reale all’universo degli oltre 4 milioni disabili italiani rappresentava forse un’occasione unica per il nostro Paese. Indispensabile innanzitutto per riequilibrare l’indecente squilibrio dei sistemi di servizio sociale che dal Nord al Sud vedono finanziamenti superiori fino a 7 volte pro capite.
Ancora una volta, purtroppo, si è scelto di continuare con il sistema dei fondi distribuiti in modo da riempire caselle e di non rispondere ai bisogni dei disabili non autosufficienti e delle loro famiglie. Alzheimer, autismo, associazioni (!), qualche milione di euro distribuito senza alcun criterio che non sia quello di accontentare qualcuno o, il che è molto peggio, far finta di accontentare tutti.
L’arcano è presto svelato quando si entra nel merito delle questioni che riguardano i disabili, mi riferisco alla tutela che i genitori, cosiddetti caregivers, di un disabile adulto non autosufficiente dovrebbero avere.
Il tema, lo sottolineo, è rinviato di legislatura in legislatura al governo che verrà. Ogni tanto si decide di allocare qualche milione di euro per un argomento che dovrebbe riservarne qualche miliardo e si va avanti così. Niente tutele per i genitori che assistono 24 ore al giorno un figlio non autosufficiente al 100% ma solo promesse di impegni che verranno. Di legislatura in legislatura. Da oltre 20 anni.
In realtà il governo più di sinistra della storia della Repubblica italiana introduce nella suddetta legge di bilancio ( art. 1, commi 365-366 ) una norma che introduce per i prossimi tre anni e fino al tetto massimo di 5 milioni di euro un contributo massimo di 500 euro per le madri disoccupate e monoreddito con figli con disabilità superiore al 60%. Avete letto bene: al massimo 500 euro al mese, senza limite di reddito, riservati a chi per prima suonerà il pulsante, escludendo padri o sorelle disoccupate.
Perché meravigliarsi, in fondo è molto più facile regalare una mancia al cameriere che lavora al nero che creare un sistema di tutele che gli garantiscano un lavoro ed una vita dignitosa. Per i disabili e le loro famiglie in Italia continuerà ad essere così. Evidentemente è questa la classe politica che meritiamo.