Giuseppe Conte è a rischio? “Assolutamente no. Per andare dove? Verso l’avventura, il trasformismo, coalizioni incerte e improvvisate? Conte è il pilastro dell’attuale alleanza che ha lavorato bene e che per il Pd non ha alternative“. Parola di Goffredo Bettini. Dopo il vice il vicesegretario Andrea Orlando, dunque, un altro dirigente del Pd blinda l’inquilino di Palazzo Chigi è l’attuale maggioranza di governo. “Occorre, semmai, rilanciarla per dare ancora più certezza e serenità agli Italiani. Se qualcuno intende romperla, sarà il Parlamento, e poi eventualmente gli elettori, a decidere se dovrà continuare a lavorare al servizio della Repubblica”, dice il dirigente dem in un’intervista al sito Tpi.it. Insomma per Bettini, storicamente molto vicino a Nicola Zingaretti, in caso di crisi bisognerebbe tornare alle urne: chiaro avvertimento a Matteo Renzi, che in quel caso faticherebbe non poco a rientrare in Parlamento. Le parole del dirigente dem si aggiungono a quelle di Orlando che pur non iscrivendosi al partito del presidente del consiglio aveva ammesso: “Non è semplice trovare una figura” come Conte “che tenga insieme forze politiche così diverse” come quelle della maggioranza. La linea del Pd appare chiara: avanti con Conte a Palazzo Chigi. “Si rischia di buttare tutto all’aria per poi scoprire che il quadro non è ricomponibile”, aggiunge Orlando. Per discutere dell’attuale crisi politica, tra l’altro, il Pd ha convocato la direzione di partito per domani, 8 gennaio, alle ore 14.
“Siamo nel mezzo di un impegnativo confronto programmatico. È stato modificato in positivo il Recovery Plan. Grazie, soprattutto, al lavoro del ministro Gualtieri che se n’è occupato direttamente. E c’è la volontà del presidente Conte di portare a sintesi i contributi dei vari partiti della maggioranza circa il programma di governo fino alla fine della legislatura”, aggiunge Bettini. “Tutto bene solo se si fa presto. Se non prevalgono ripicche, calcoli di parte, strumentalità per perdere tempo. Perché di tempo non ne abbiamo. La pandemia non è domata. Al contrario in tutta Europa si diffonde con rinnovata aggressività”, dice sempre il dirigente dem. A questo punto, infatti, bisognerà capire cosa vogliono fare i renziani. Nel pomeriggio, infatti, il governo ha inviato alle forze di maggioranza la bozza aggiornata del Recovery plan. Su quella bozza Italia viva dovrà esprimersi dopo giorni di tensioni. L’ultima provocazione risale a poche ore fa quando i renziani hanno approfittato della notizia dei colloqui tra Roberto Gualtieri e il Pd per provare di nuovo ad alzare la tensione. Il motivo? Sostengono di non essere stati invitati dal ministro del Tesoro. Per questo motivo hanno raccontato alle agenzie di aver vissuto con “grande irritazione” le dichiarazioni del vicesegretario Pd Orlando. A Omnibus , infatti, il numero due di Zingaretti ha detto che “sul Recovery fund la nostra tesi ha avuto ragione, ieri ho incontrato il ministro Gualtieri e ho trovato accolte in larga parte le osservazioni fatte. Se si vuole, le questioni possono essere risolte. Si tratta di mettere buona volontà e se c’è un momento che richiede volontà è questo”.
La parte sulla “buona volontà” i renziani non l’hanno sentita. E si sono concentrati sul resto. “Queste dichiarazioni – fanno sapere fonti di Italia viva – parrebbero confermare che c’è una maggioranza nella maggioranza”. La ministra Teresa Bellanova, sostengono le stesse fonti, “sconcertata e irritata per un metodo molto poco istituzionale e per nulla teso a quella pari dignità politica più volte sollecitata. Ancor più sconcertata da voci abilmente diffuse di una convocazione di Iv alla riunione di ieri, mai arrivata”. Fonti della maggioranza hanno confermato che Gualtieri ha avuto ieri incontri riservati in videoconferenza con Pd, M5s, Leu, per illustrare i contenuti della bozza aggiornata del Recovery plan. Ma un incontro, nelle intenzioni del governo, avrebbe dovuto esserci anche con Italia viva. Solo che è la stessa Italia viva a chiedere prima di qualsiasi colloquio di ricevere e leggere il testo. Di qui la situazione di stallo. Dopo gli incontri con i partiti, infatti, avrebbe dovuto esserci il confronto a livello di governo in una riunione di Conte e Gualtieri con i capi delegazione, in preparazione del Consiglio dei ministri. Ma ad ora nessuna riunione è convocata, mentre alle forze di maggioranza è stata inviata la nuova bozza del Recovery.
Prima dell’ennesima provocazione dei renziani sull’incontro Gualtieri-Pd, tra l’altro, Ettore Rosato, presidente d’Italia viva, aveva usato per la prima volta toni molto più concilianti. “Il pallino è tutto completamente nelle mani di Giuseppe Conte – dice a SkyTg24 il renziano, tra coloro che sarebbero papabili per un posto da ministro in un eventuale rimpasto – Può decidere di andare in Senato, di confrontarsi con noi, di confrontarsi con i leader della maggioranza”. Toni acidi ma diversi dalla “grande irritazione” fatta filtrare come ennesimo tentativo di spaccare. Rilanciati poi dalla ministra della Famiglia, Elena Bonetti. “Sto ancora aspettando di vedere la riformulazione del Piano, il governo del Paese non si fa su Fb. Non abbiamo ancora avuto una risposta, né una convocazione, ho solo visto il post”, dice la renziana a Skytg24 riferendosi all’intervento sui social di Conte. Il capo del governo nella sua nota su facebook ha toccato, con toni molto soft, gli argomenti al centro della contesa con Italia Viva e Matteo Renzi: tra questi il restyling del piano di recupero, appunto, e un “rafforzamento della squadra” dell’esecutivo. Ancora diversi sono i toni usati da Silvia Vono, senatrice eletta dai 5 stelle e poi passata con Italia viva. Già un anno fa il suo nome era incluso tra i renziani pronti a entrare nel Pd: retroscena tornato d’attualità nei giorni scorsi. “Non ho mai replicato a quello che si scrive sul mio conto perché per me è fuori da ogni logica”, dice la renziana all’Adnkronos. “Noi stiamo proponendo contenuti. Se non troviamo risposte, la soluzione…beh, non c’è bisogno che io dica qual è”. Faranno cadere il governo? “Ma io non credo che il governo cadrà, visto che Conte sta cercando molti responsabili. Forse qualcuno lo troverà da qualche parte, anche se ho molti dubbi”.