Cnh Industrial ha confermato di avere in corso trattative con il gruppo automobilistico cinese Faw per la cessione di Iveco, la divisione che produce autobus e camion. Cnh, multinazionale controllata al 27% da Exor, finanziaria della famiglia Agnelli, è focalizzata, oltre che sui veicoli commerciali, sulla costruzione di macchine per l’agricoltura e l’edilizia. Sede legale ad Amsterdam e sede fiscale in Inghilterra, Cnh ha ricavi annui per circa 28 miliardi di dollari (23 miliardi di euro), di cui una decina riconducibili ad Iveco.
Da un punto di vista produttivo Iveco è fortemente radicata in territorio italiano (il gruppo Cnh conta 16 siti industriali) dove lavora una buona fetta dei 23mila dipendenti del marchio. L’Italia è, insieme alla Francia, anche il primo mercato per i suoi camion ed autobus, assorbendo il 23% delle vendite. Il negoziato con il gruppo cinese riguarda anche una quota di minoranza di Fpt Industrial, la divisione motori del gruppo. Della cessione di Iveco a Faw si era già discusso l’estate scorsa, in quell’occasione i cinesi avevano ipotizzato un’offerta intorno ai 3 miliardi di dollari, giudicata troppo bassa. Ora Faw, intenzionato ad espandersi sui mercati internazionali con il suo marchio Jiefang, avrebbe però presentato una proposta migliore. Tanto da superare un’altra offerta da 3,5 miliardi di dollari che sarebbe stata avanzata da Shandong Heavy Industries, altro gruppo cinese. Faw è il più grande produttore di auto cinese ed è un’azienda a controllo pubblico, con ricavi per circa 78 miliardi di euro l’anno.
La notizia delle trattative è stata accolta favorevolmente dalla Borsa, ieri Cnh ha chiuso in rialzo del 6,6%, dopo l’annuncio il titolo Exor è salito di oltre il 3%. Preoccupazione invece tra i sindacati. Le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri hanno chiesto a Cnh Industrial un incontro urgente in videoconferenza sul futuro di Iveco. I sindacati hanno inviato all’azienda una lettera in cui si chiedono delucidazioni sulle implicazioni che la vendita “potrebbe avere su stabilimenti e occupazione”. “Non si può essere spettatori. Iveco è nel dna dell’industria del Paese e nello stabilimento di Brescia è partito il processo di elettrificazione. In una fase di transizione, serve confronto sul futuro. I lavoratori italiani di Cnh Industrial hanno già pagato un prezzo, se ci fosse un’attenzione strategica del governo le notizie si saprebbero per tempo e non a sorpresa” afferma Michele De Palma, responsabile Auto della Fiom.