“La settimana prossima vacciniamo solo e soltanto gli insegnanti, cosicché possiamo riaprire le scuole”. Per lui è una proposta “concreta” e “semplice”, per il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta un’idea “senza basi scientifiche” ed “eticamente discutibile”. L’ultima panzana di Matteo Renzi riguarda la scuola e le vaccinazioni. Intervistato dal Tg3, il senatore di Rignano lancia una “proposta concreta”, come la auto-definisce: “Ogni settimana riceviamo 470mila dosi di vaccino, è lo stesso numero di insegnanti di scuole medie e superiori, la settimana prossima vacciniamo solo e soltanto gli insegnanti, così che possiamo riaprire le scuole dando i tamponi agli studenti e i vaccini agli insegnanti. È una cosa che si può fare, semplice e concreta”.
La proposta però, secondo il presidente della Fondazione Gimbe, è invece “senza basi scientifiche ed eticamente discutibile”. Cartabellotta ricorda che gli effetti del vaccino si vedono “dopo 28 giorni dalla prima dose” e che il siero “protegge da Covid-19 sintomatica, non da infezione asintomatica da Sars-Cov-2″. Chi è vaccinato, insomma, ha al momento come unica assicurazione di non sviluppare sintomi, ma potrebbe infettarsi e, di conseguenza, al momento non è possibile stabilire neanche se possa trasmettere il virus.
Lo aveva già precisato l’Aifa nel dettagliato ‘bugiardino’ con il quale ha chiarito 35 aspetti del vaccino Pfizer-Biontech: “È necessario più tempo per ottenere dati significativi per dimostrare se i vaccinati si possono infettare in modo asintomatico e contagiare altre persone. Sebbene sia plausibile che la vaccinazione protegga dall’infezione, i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti Covid-19″. Cartabellotta ricorda inoltre che la “priorità assoluta” deve andare al personale sanitario e agli anziani, scelti da tutti i Paesi del mondo come primo ‘target’ per le vaccinazioni. In mattinata anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, lo aveva confermato aggiungendo alla lista i medici di base e i pediatri, sottolineando che “avranno un ruolo fondamentale in fasi diverse della campagna di somministrazione”.
La “cosa che si può fare, semplice e concreta” secondo Renzi, insomma, non sembra incontrare il favore della scienza. E non è la prima volta. In primavera, l’ex presidente del Consiglio voleva il rientro in classe degli alunni per l’ultimo spezzone dell’anno scolastico. Si era in pieno lockdown, in uno dei momenti più duri della pandemia, e il leader di Italia Viva propose di riaprire subito le fabbriche e le scuole il 4 maggio. La soluzione venne bocciata sonoramente dagli esperti, compreso Roberto Burioni che bollò come “irrealistico” il progetto di Renzi.
Politica
L’ultima di Matteo Renzi: “Per riaprire scuole vacciniamo insegnanti la prossima settimana”. Cartabellotta: “Idea senza basi scientifiche”
Intervistato dal Tg3, il senatore di Rignano lancia una "proposta concreta", come la auto-definisce: "Così che possiamo riaprire le scuole dando i tamponi agli studenti e i vaccini agli insegnanti. È una cosa che si può fare, semplice e concreta". Il presidente di Gimbe: "Eticamente discutibile. E il vaccino protegge da Covid-19 sintomatica, non dall'infezione da Sars-Cov-2"
“La settimana prossima vacciniamo solo e soltanto gli insegnanti, cosicché possiamo riaprire le scuole”. Per lui è una proposta “concreta” e “semplice”, per il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta un’idea “senza basi scientifiche” ed “eticamente discutibile”. L’ultima panzana di Matteo Renzi riguarda la scuola e le vaccinazioni. Intervistato dal Tg3, il senatore di Rignano lancia una “proposta concreta”, come la auto-definisce: “Ogni settimana riceviamo 470mila dosi di vaccino, è lo stesso numero di insegnanti di scuole medie e superiori, la settimana prossima vacciniamo solo e soltanto gli insegnanti, così che possiamo riaprire le scuole dando i tamponi agli studenti e i vaccini agli insegnanti. È una cosa che si può fare, semplice e concreta”.
La proposta però, secondo il presidente della Fondazione Gimbe, è invece “senza basi scientifiche ed eticamente discutibile”. Cartabellotta ricorda che gli effetti del vaccino si vedono “dopo 28 giorni dalla prima dose” e che il siero “protegge da Covid-19 sintomatica, non da infezione asintomatica da Sars-Cov-2″. Chi è vaccinato, insomma, ha al momento come unica assicurazione di non sviluppare sintomi, ma potrebbe infettarsi e, di conseguenza, al momento non è possibile stabilire neanche se possa trasmettere il virus.
Lo aveva già precisato l’Aifa nel dettagliato ‘bugiardino’ con il quale ha chiarito 35 aspetti del vaccino Pfizer-Biontech: “È necessario più tempo per ottenere dati significativi per dimostrare se i vaccinati si possono infettare in modo asintomatico e contagiare altre persone. Sebbene sia plausibile che la vaccinazione protegga dall’infezione, i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti Covid-19″. Cartabellotta ricorda inoltre che la “priorità assoluta” deve andare al personale sanitario e agli anziani, scelti da tutti i Paesi del mondo come primo ‘target’ per le vaccinazioni. In mattinata anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, lo aveva confermato aggiungendo alla lista i medici di base e i pediatri, sottolineando che “avranno un ruolo fondamentale in fasi diverse della campagna di somministrazione”.
La “cosa che si può fare, semplice e concreta” secondo Renzi, insomma, non sembra incontrare il favore della scienza. E non è la prima volta. In primavera, l’ex presidente del Consiglio voleva il rientro in classe degli alunni per l’ultimo spezzone dell’anno scolastico. Si era in pieno lockdown, in uno dei momenti più duri della pandemia, e il leader di Italia Viva propose di riaprire subito le fabbriche e le scuole il 4 maggio. La soluzione venne bocciata sonoramente dagli esperti, compreso Roberto Burioni che bollò come “irrealistico” il progetto di Renzi.
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Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Con squilli di fanfara il governo Meloni ha firmato accordi per miliardi con l’Arabia Saudita. Quel regime contro cui Giorgia Meloni si scagliava perché diceva negli anni passati che ‘c’era la pena di morte per apostasia, per adulterio, per omosessualità e zero diritti per le donne. Una Nazione fondamentalista ecc.' Immagino che tutto ciò sia stato risolto prima della sua visita. Giusto presidente Meloni?". Lo scrive su Twitter Nicola Fratoianni, di Avs.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Meloni ha un tono molto elevato, alza sempre il torno ma se vuoi durare il tono deve essere a bassa voce, deve avere una sua continuità. Non si può pensare di saltare sempre più in alto, questo la Meloni sta facendo". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "L'articolo della Bild su Sinner mi ha fatto venire in mente il trattamento di Unicredit per Commerzbank. C'è ancora tensione in Europa, c'è ancora da fare, ma bisogna farlo, no abbiamo altre speranze". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Elly Schlein ha recuperato una valanga di voti ma non potrà mai vincere da sola. Il problema partito è risolto, il problema governo no". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Ci vuole il coraggio di qualcuno che sappia mettere insieme tutti. La ledership si conquista, ma oggi nei partiti non c'è il desiderio di diventare leader ma di conservare quel poco che si ha. Così non si vince". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole parlando del centrosinistra.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Un tempo si diceva che l'unione fa la forza. L'dea che la disunione fa la forza può essere un gioco, ma uno può governare quando si armonizzano i programmi, si fanno esaminare da esperti, si discutono con le persone e si va di fronte all'elettorato con una linea comune". Lo ha detto Romano Prodi, a 'In altre parole', commentando l'intervista di Dario Franceschini sul centrosinistra.
"Devi avere un programma comune, un obiettivo forte, devi dire voglio riformare questo e questo. Quando io ho fatto il programma ho discusso un anno intero, poi mi hanno accusato perché era troppo articolato. Ma questa è la democrazia", ha spiegato l'ex premier.
"D fronte agli elettori si deve andare con una linea comune, poi ci possono essere delle idee diverse, ma non nella direzione in cui si marcia", ha sottolineato Prodi.