Mentre all'ospedale Baggiovara i Nas stanno indagando sul caso, la direttrice sanitaria Borsari assicura di aver "ulteriormente rafforzato tutti i protocolli" e che "episodi di questo tipo non succederanno più". Per il commissario Arcuri è "un atto immorale"
Alcune dosi di vaccino avanzate a fine giornata sarebbero state gettate. Per rimediare, alcuni operatori sanitari della Usl di Baggiovara, a Modena, hanno chiamato i propri familiari per somministrarglieli, anche se non appartenevano alle fasce aventi diritto al vaccino nella prima fase (operatori sanitari, personale e degenti Rsa). L’Ausl di Modena, che ha aperto al suo interno un’istruttoria, si è scusata, definendo quanto accaduto “un episodio spiacevole“, “sicuramente un errore che non si ripeterà”. Ma, come spiega la direttrice sanitaria Silvana Borsari, “fatto in buona fede da parte delle persone coinvolte”, per la paura di sprecare delle dosi di questo “prezioso vaccino”. “Mi dispiace, continua Borsari, che questo episodio abbia gettato una luce non trasparente su questa campagna vaccinale che invece, sia in provincia di Modena, sia a livello regionale, sta andando molto bene”. Intanto i carabinieri del Nas di Parma sono in ospedale e stanno indagando sul caso, da quanto si apprende, si tratta di accertamenti preliminari per verificare l’accaduto e solo successivamente si valuterà un eventuale rilievo penale.
Le postazioni vaccinali, al punto unico per l’Ausl di Modena, sono 10 e contemporaneamente aprono e diluiscono i flaconi di siero: ogni fiala contiene sei dosi. Succede quindi che il 5 gennaio, all’ospedale di Boggiovara, dopo un pomeriggio di somministrazioni molto intenso, intorno alle 21, gli operatori sanitari si ritrovino con 11 dosi non somministrate. Ma, dal momento che le dosi diluite hanno una “vita” di 6 ore, per non sprecarle la procedura indicata dalla Ausl è di contattare operatori sanitari che hanno dato la disponibilità ad essere vaccinati, persone già presenti in ospedale oppure già prenotate in altre giornate. Delle undici, cinque persone vengono trovate facilmente con telefonate ai reparti, mentre per le altre gli operatori sono in difficoltà. Così decidono di ricorrere a parenti. Un gesto fatto talmente in buona fede, come segnalato dalla Gazzetta di Modena, che un volontario che ha contattato le figlie ha anche condiviso le foto sui social.
D’altro parere è invece il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri: “C’è un reato supremo del quale non per forza deve occuparsi il codice penale: è il reato contro la Salute, che va contro la morale”, precisando inoltre che le persone coinvolte nella vicenda non somministreranno più vaccini. “Adesso abbiamo ulteriormente rafforzato tutti i protocolli e sicuramente episodi di questo tipo non succederanno più. L’indagine la stiamo facendo e, entro domani, individueremo tutte le azioni di miglioramento per evitare che avvenga di nuovo più quello che è successo”, spiega la direttrice sanitaria dell’Ausl di Modena. Per quanto riguarda, invece, le sei persone che hanno ricevuto il vaccino in modo “anomalo”, l’idea è quella di somministrare loro la seconda dose, “perché altrimenti le abbiamo proprio sprecata completamente”: “Il diritto di vaccinazione ce l’hanno tutti, precisa ancora Borsari, è chiaro che ci sono tempi diversi che vanno rispettati, però credo che la cosa più giusta sia questa”.