Il Pd è soddisfatto, Italia viva prende tempo, con Matteo Renzi che continua a insistere sul Mes. Dopo l’invio della bozza aggiornata del Recovery plan c’è attesa per le reazioni del più piccolo e litigioso partito della coalizione. La bozza precedente, infatti, è finita al centro delle contestazioni di Italia viva, che da giorni alza la pressione sul governo rischiando di farlo cadere. Per questo motivo l’esecutivo ha rivisto il piano, prevedendo tra l’altro di utilizzare per gli investimenti anche 20 miliardi di fondi strutturali europei, esterni al perimetro dei prestiti e delle sovvenzioni a fondo perduto del Next Generation Eu. La nuova bozza preparata dal governo e inviato ai partiti, definito fin dalle premesse “un documento di lavoro interno al governo, per favorire il raggiungimento dell’accordo politico sulle modifiche alla bozza”. Accordo che dovrà essere raggiunto, nelle ambizioni di Palazzo Chigi, nella serata di venerdì quando Giuseppe Conte vedrà i capi delegazione delle forze di maggioranza per fare il punto sul Recovery. In ambienti di maggioranza si ipotizzava che il Consiglio dei ministri potesse tenersi già nella giornata di venerdì, subito dopo il vertice dei capi delegazione, ma a questo punto viene considerata più plausibile una convocazione non prima di sabato.
Iv prende tempo: “Approfondiremo e poi diremo se va bene” – Per allora Italia viva dovrebbe aver finito di leggere il nuovo documento. “Se la bozza è soddisfacente? Vediamo, vediamo. Quando si parla di 130 pagine, io voglio vedere nel dettaglio…”, dice Matteo Renzi, che prende tempo e intanto insiste ancora una volta sul Mes. “Mi spiegate perché non mettete i 36 miliardi del Mes sulla sanità?”, ripete per l’ennesima volta l’ex segretario del Pd a Tg2 Post. “Oggi è arrivato il documento che avevano cercato di approvare di nascosto in un Consiglio dei ministri un mese fa. Concretamente, le nostre richieste sono più soldi per la sanità che vuol dire prendere il Mes. Bisogna mettere più soldi su cultura, turismo, giovani. La next generation sono i giovani: diamogli qualcosa dopo aver chiuso le scuole. Se, come sembra, il presidente del Consiglio vuole andare in Aula per fare la conta dei responsabili, cioè, come dice lui, per sfidare una forza politica, faccia, è suo diritto, forse suo dovere. Ma se sblocchiamo le infrastrutture c’è un indotto superiore al reddito di cittadinanza”. I fondi in più per il turismo e le infrastrutture, però, ci sono: il leader di Italia viva ha letto la nuova bozza del piano? “La palla è nel campo del presidente del Consiglio. Conte ha detto andremo in Senato e sfideremo Iv. Bene, noi siamo diversi dagli altri, non ci interessano poltrone e sgabelli”, si limita a dire, usando una formula che ormai ripete a memoria: “Da Italia viva nessuno va verso i responsabili. Se Conte non ha i voti c’è un altro governo, non le elezioni”. Si vedrà. Anche perché ancora i renziani non sembrano aver dato neanche un occhio al nuovo documento inviato dal governo. “Abbiamo avuto poco fa le 13 cartelle del Recovery, che approfondiremo e poi diremo quello che va bene o meno”, è quello che dice la ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova. L’esponente d’Italia viva non è dunque entrata nel merito della nuova bozza ma ha nuovamente minacciato la maggioranza: “Alla fine del prossimo Consiglio dei ministri uscirò ancora ministro se arriveranno risposte. Altrimenti Conte si trovi i responsabili; io farò la senatrice di opposizione per migliorare il Paese”.
Bettini e Orlando blindano Conte – Quindi la renziana ha replicato a Goffredo Bettini. “Certamente le elezioni non possono essere un richiamo minaccioso a Italia Viva. Ma Conte è ‘sicuro sicuro‘ che gli eletti dei suoi partiti di maggioranza vogliono le elezioni o c’è bisogno di recuperare equilibrio e rispetto di tutti?”, sostiene Bellanova. Dopo Andrea Orlando, infatti, anche il dirigente del Pd ha blindato Conte. “Se è a rischio? Assolutamente no. Per andare dove? Verso l’avventura, il trasformismo, coalizioni incerte e improvvisate? Conte è il pilastro dell’attuale alleanza che ha lavorato bene e che per il Pd non ha alternative”, ha detto in un’intervista al sito Tpi.it. Evocando poi il voto: “Se qualcuno intende” rompere l’attuale alleanza di governo “sarà il Parlamento, e poi eventualmente gli elettori, a decidere se dovrà continuare a lavorare al servizio della Repubblica”. Posizione identica a quella del vicesegretario Orlando.
Le polemiche anche sulla vicenda Trump e l’accusa di “reazione tiepida” a Conte – Intanto in serata, sia Renzi che Bellanova hanno attaccato Conte anche per la sua reazione ai fatti di Washington e all’assalto di Capitol Hill da parte dei sostenitori di Trump. Secondo l’ex premier e la ministra, la condanna del presidente del Consiglio, arrivata già nella tarda serata del 6 gennaio, non sarebbe stata abbastanza netta. “E’ stato importante che anche Johnson, altro uomo di destra, abbia detto parole durissime come Merkel”, ha detto Renzi. E ha aggiunto: “Credo che Teresa Bellanova abbia ragione” quando ha detto che Conte è stato “tiepido” con Trump. “Quando c’è una ferita alla democrazia si sta tutti dalla parte della democrazia, non è che se uno è amico di Trump non si dicono parole chiare”. Nel suo tweet in realtà Conte aveva scritto: “Seguo con grande preoccupazione quanto sta accadendo a Washington. La violenza è incompatibile con l’esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche. Confido nella solidità e nella forza delle Istituzioni degli Stati Uniti”. Mentre oggi ha ribadito il sostegno per Harris e Biden: “Il Congresso americano ha certificato la vittoria elettorale di Joe Biden”, ha scritto sempre Conte su Twitter. “Non vediamo l’ora di lavorare assieme al presidente Biden e alla Vice Presidente Kamala Harris per promuovere insieme un’agenda globale di crescita, sostenibilità e inclusione”.
Il Pd è soddisfatto dalle modifiche – Il Pd ha convocato per venerdì alle 14 la direzione nazionale per discutere dell’attuale situazione politica ma la linea è chiara: sostenere l’attuale esecutivo con il suo attuale capo. Anche per questo motivo era in qualche modo atteso il comunicato dei dem dopo le modifiche apportate alla bozza del Recovery. “Soddisfazione del Pd per le significative modifiche alla bozza del Recovery Plan sulla base delle osservazioni presentate con più investimenti e meno bonus. Giovani, donne, mezzogiorno, servizi sociali, asili nido, sanità, politiche del lavoro, turismo e cultura, meno bonus e più investimenti per imprese innovative, terzo settore sono i pilastri sui quali il Pd ha chiesto modifiche sostanziali alla bozza del Recovery Plan”, si legge in una nota del Partito Democratico. Il ministro degli Affari Europei, il dem Enzo Amendola, prova a usare la captatio benevolentiae nei confronti degli ex compagni di partito renziani: “Io – dice a Zapping – non nascondo che c’è in campo una verifica politica per rilanciare la maggioranza, ma i 62 punti di Iv sono una critica positiva, non lo dico per diplomazia, ma per interesse: questo piano deve essere frutto delle idee di tutti” e deve essere “un patrimonio di tutti, non solo del governo”.
La riunione dei 5 stelle – Soddisfazione filtra anche dai 5 stelle, che oggi hanno tenuto una assemblea congiunta interlocutoria sul Recovery. La riunione si è tenuta nel pomeriggio, con il sottosegretario agli Affari Ue Laura Agea impegnata ad illustrare le modifiche del governo. Il testo, tuttavia, quando era iniziata la riunione non era ancora giunto ai partiti e più di un parlamentare ha protestato per questo, sebbene Agea avesse avvertito l’assemblea sull’imminente diffusione del testo. Testo che, effettivamente, è arrivato al M5S come a tutti i partiti nel pomeriggio, a riunione ancora in corso. Non c’è stato alcun voto dell’assemblea sul testo, ma una nota diffusa dai parlamentari delle commissioni Ambiente e Attività produttive che dicono: “Il superbonus 110%, l’innovazione sostenibile, la forestazione urbana, un’accelerazione decisa sull’economia circolare, la qualità dell’aria, la depurazione delle acque e tanto altro. Siamo davvero orgogliosi della decisa impronta ambientale contenuta nella bozza di Piano nazionale per la ripresa e la resilienza: è l’impronta del Movimento 5 Stelle e della nostra visione di futuro, basata su lavoro, benessere diffuso, tutela della salute e dell’ambiente”.