La teoria secondo cui gli italiani avrebbero truccato il voto 2020 con la complicità dell'ambasciata di Roma era stata rilanciata da Ann Vandersteel, consulente stampa della campagna di Trump in Florida. Il leader di Italia Viva: "Siamo alla follia totale"
Il presunto complotto per alterare il risultato del 3 novembre è stato orchestrato da Obama e Renzi con l’aiuto della Cia. Nel giorno dell’assalto al Congresso, su siti pro Trump e cospirazionisti circolava questa teoria, rilanciata anche da Ann Vandersteel, auto-proclamata giornalista di SteelTruth (slogan utilizzato da Trump per insistere sulla linea dei brogli elettorali, ndr) e consulente stampa della campagna di Trump in Florida. Ma a reagire è il diretto interessato Matteo Renzi, che assicura di volere agire per vie legali contro chi ha diffuso questi messaggi. “Ieri prima dell’assalto al Campidoglio, alcuni profili trumpiani hanno accusato Obama e il sottoscritto di ‘orchestrare’ campagne contro Trump. Siamo alla follia totale – ha scritto Renzi sulla sua e-news -. I responsabili di queste menzogne hanno ricevuto il pardon – una sorta di grazia – da Trump qualche settimana fa. Sto cercando con i miei avvocati di chiedere comunque di portare questi signori davanti alla giustizia italiana. Quello che dicono di me è folle: ci mancava giusto che mi accusassero di complotti internazionali. Ma ancora più grave è che questi signori la facciano franca”.
L’origine del complotto – La teoria secondo cui gli italiani avrebbero truccato il voto 2020 con la complicità dell’ambasciata di Roma, era stata rilanciata ieri, giornata in cui Donald Trump ha chiamato alla raccolta i suoi sostenitori alla Casa Bianca, da Vandersteel. La donna sosteneva dal suo account Twitter che “un membro del board di Leonardo ha modificato i satelliti per spostare voti da Trump a Biden“, aggiungendo: “Obama e Renzi hanno orchestrato il tutto con l’aiuto della Cia“. “Il Dipartimento di Stato e molte agenzie del governo sono state coinvolte” e “questo è l’ultimo elemento di prova su come i voti sono stati cambiati”, aveva scritto ancora. Rimbalzata in rete, la teoria dell’Italian job ha scatenato anche parecchie ironie. “Sono stati gli italiani”, ha commentato sempre un utente su Twitter dopo che il microfono di Trump al comizio di oggi a Washington con i suoi sostenitori inizialmente non ha funzionato.