L'Organizzazione mondiale della meteorologia (Omm) fa sapere che il buco si è chiuso "dopo una stagione eccezionale, dovuta a condizioni meteorologiche naturali e alla continua presenza di sostanze che riducono lo strato di ozono". Ma aggiunge: "Serve un'azione continua e internazionale per rispettare il protocollo di Montreal"
Il buco dell’ozono da record, grande 24,8 milioni chilometri quadrati, sopra l’Antartide si è finalmente chiuso. A farlo sapere è l’Organizzazione mondiale della meteorologia (Omm), che spiega come “il buco più duraturo e uno dei più grandi e profondi dall’inizio del monitoraggio 40 anni fa” si sia chiuso “dopo una stagione eccezionale, dovuta a condizioni meteorologiche naturali e alla continua presenza di sostanze che riducono lo strato di ozono nell’atmosfera”.
Il buco dell’ozono al Polo Sud era cresciuto rapidamente da metà agosto 2020, raggiungendo il record di circa 24,8 milioni chilometri quadrati il 20 settembre. Un grande e profondo buco sul continente antartico “che è stato provocato da un vortice polare forte, stabile e freddo e da temperature molto fredde nella stratosfera – spiega l’Omm – Gli stessi fattori meteorologici che hanno contribuito al buco dell’ozono record nell’Artico del 2020″.
Quello antartico, in controtendenza con l’ultimo, nel 2019 era stato “piccolo e di breve durata”. Come spiega Oksana Tarasova, direttrice della divisione di ricerca sull’ambiente atmosferico dell’Omm, “le ultime due stagioni del buco dell’ozono dimostrano la sua variabilità di anno in anno e migliorano la nostra comprensione dei fattori responsabili della sua formazione, estensione e gravità”. E aggiunge: “Abbiamo bisogno di un’azione internazionale continua per applicare il protocollo di Montreal” che dal 1989 vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono sopra la Terra.