Sono 385.557 le somministrazioni di vaccino anti-Covid effettuate in Italia ad oggi. “Dopo la Danimarca, siamo il Paese in Europa che ha somministrato più vaccini rispetto alla popolazione residente”. Il commissario Domenico Arcuri nel corso della conferenza stampa sull’emergenza coronavirus elenca i numeri dell’inizio di campagna di vaccinazione e respinge le accuse di un presunto ritardo nella somministrazione delle dosi. “L’obiettivo di questa prima fase è di vaccinare 65-67 mila persone al giorno e ci stiamo riuscendo”, sottolinea Arcuri. Da febbraio partirà la somministrazione dei vaccini alle persone di età superiore agli ottant’anni. I prossimi obiettivi? In primavera il via alla “campagna più di massa” e poi “vaccinare tutti quelli che lo vorranno entro il prossimo autunno“. Per farlo servono medici e infermieri: Arcuri afferma che i primi 1500 reclutati saranno a disposizione delle regioni da fine gennaio. Però, ribadisce più volte, oltre al personale serve anche “un numero adeguato di dosi”. In questo senso, l’ultima buona notizia è arrivata ieri con il via libera dell’Ema al farmaco di Moderna: “I primi vaccini di Moderna arrivano nel corso della prossima settimana”, ha assicurato il commissario.
Nella conferenza stampa Arcuri ha snocciolato i numeri di questa prima settimana di vaccinazioni: “Abbiamo distribuito 919.425 vaccini, quasi un milione, su tutto il territorio nei 294 punti di somministrazione. Per questa prima fase ci siamo dati l’obiettivo di somministrarne almeno 65-67mila al giorno e stiamo superando questo obiettivo di qualche misura”, ha spiegato. All’appuntamento con i vaccini l’Italia si è fatta trovare pronta, sostiene Arcuri, ma ora “servono i vaccini, perché noi non li produciamo”. “Noi dobbiamo e stiamo riuscendo a somministrare tutti i vaccini che abbiamo – sottolinea – ma purtroppo non ne abbiamo ancora 120 milioni“. Il commissario poi aggiunge: “Se ci chiedono se siamo impreparati, noi rispondiamo: ‘No, siamo i primi in Europa‘”.
Secondo Arcuri, per ora la campagna sta rispettando la tabella di marcia prefissata, in base alle dosi disponibili. Da febbraio partirà la somministrazione dei vaccini anti-Covid alle persone di età superiore di ottant’anni e l’intento “è che in primavera inizi la campagna più di massa“. “L’obiettivo che ci siamo dati è di vaccinare tutti quelli che lo vorranno entro il prossimo autunno. Ma serve un numero adeguato di dosi di vaccino, un piano di distribuzione adeguato e donne e uomini capaci di somministrare i vaccini”, spiega ancora Arcuri. “I primi vaccini di Moderna arrivano nel corso della prossima settimana. La messa a regime della distribuzione di Moderna partirà dalla seconda settimana“, quando “da Pratica di Mare le forze armate partiranno con la distribuzione sul territorio“. Rispetto a Pfizer, infatti, con i prossimi vaccini sarà il governo a doversi occupare di portare le dosi nei 294 punti di somministrazione, che a regime saranno aumentati “fino a 1500”, afferma il commissario.
Il reclutamento del personale – Arcuri spiega ancora, sul fronte del reclutamento del personale da parte della sua struttura commissariale, che sono state vagliate 19.499 domande e che altre 5mila circa sono in fase di compilazione. “Domani mandiamo alle agenzie per il lavoro i curriculum e pensiamo che i primi 1500 dal 20 gennaio possano già arrivare sui territori”, conferma Arcuri. L’obiettivo, spiega, è di arrivare “fino a 12mila tra medici e infermieri”. Finora invece si era parlato di 12mila operatori sanitari e 3mila medici. Inoltre, da sindacati e associazioni era arrivate le critiche per i 25 milioni di euro stanziati per le agenzie per il lavoro, che invece potevano essere spesi per il personale. “Il sistema sanitario nazionale e regionale si avvale da molto tempo delle agenzie per il lavoro”, replica Arcuri. Inoltre, “i 25 milioni sono ‘fino a 25 milioni’ e noi faremo di tutto per risparmiare il più possibile“. Infine, aggiunge il commissario “non utilizzare le agenzie per il lavoro voleva dire che il datore di lavoro fosse il commissario straordinario all’emergenza, quando la durata dell’emergenza non è per forza coincidente con quella del suo incarico. Noi pensiamo a un contratto di almeno 9 mesi, mentre in questo momento l’emergenza finisce il 31 gennaio”.
Il calendario – Il piano “precisa le categorie in ordine di tempo: prima medici, infermieri e personale operante nei presidi ospedalieri e ospiti di Rsa (1 milione e 800mila persone). Si prosegue già dal prossimo mese di febbraio con le persone che hanno più di 80 anni, poi con operatori dei servizi pubblici essenziali, personale docente e non docente perché le scuole possano funzionare in sicurezza, forze dell’ordine, fragili e detenuti”, spiega Arcuri. Precisando però che ancora non esiste un calendario definitivo, se non quello abbozzato nel Piano strategico. Le tempistiche infatti, ribadisce ancora una volta, dipenderanno dalla produzione di vaccini.
La proposta di Renzi – Arcuri risponde poi a chi chiede conte delle richieste, avanzate anche da Matteo Renzi, di anticipare la somministrazione di dosi ai docenti: “Il Parlamento ha votato un piano scansionato per categorie e potrà valutare di modificarlo, non entro nel merito. Per me l’obiettivo è far sì che il massimo numero di italiani utilizzi le dosi di vaccino, non c’è differenza tra categorie ma è il Parlamento a doverle stabilire“. Le Camere infatti a inizio dicembre avevano votato e approvato il Piano strategico del ministero della Salute, che elencava all’interno quali erano le categorie prioritarie.
Il confronto con il colera – Il commissario commenta anche i paragoni fatti da alcuni giornali, tra cui il Corriere della Sera, con i 900mila vaccini contro il colera somministrati a Napoli in una settimana nel 1973: “Se lei mi procura 900mila dosi di vaccino fra meno di una settimana ci sono 900mila italiani vaccinati contro il Covid, ma non ci sono. Chi fa confronti con i tempi del colera è ingeneroso,se non peggio”, replica Arcuri. Un’altra risposta riguarda gli operatori sanitari che a Modena hanno vaccinato i propri parenti: “Per quanto ne so, le persone coinvolte in questa vicenda sono state preposte ad assolvere altre funzioni e a non somministrare più. C’è un reato supremo del quale non per forza deve occuparsi il Codice Penale: è il reato contro la Salute, che va contro la morale“.