Danimarca, Italia e Germania, poi tutti gli altri. L’accelerazione degli ultimi giorni porta l’Italia tra i Paesi leader per rapporto abitanti/vaccinati e numero assoluto di dosi iniettante nell’Unione Europea. Come evidenzia il report di OurWorldinData.org, la Danimarca – che conta però 5 milioni di abitanti – ha vaccinato l’1,09 per cento dei suoi cittadini. Mentre, tra i Paesi con più di 10 milioni di abitanti, la Germania si ferma allo 0,50% con 417.060 cittadini. Il conteggio italiano, chiuso nella notte con i dati del 6 gennaio (oltre 60mila dosi), ha invece portato il totale delle persone che hanno ricevuto la prima dose a quota 322.943, ovvero lo 0,51% della popolazione. In cima la classifica resta Israele (17,41), seguono Emirati Arabi Uniti (8,35), Bahrain (4,02) e Stati Uniti (1,6).

In Italia, in termini assoluti è il Lazio ad avere il numero massimo di dosi somministrate (oltre 41mila), mentre in rapporto alla popolazione l’area del Paese con il maggior numero di persone vaccinate è la Provincia di Trento, che ha somministrato la dose di Pfizer-Biontech allo 0,8% della popolazione. Sopra lo 0,7% ci sono invece Lazio, Veneto, Sicilia ed Emilia-Romagna. Agli ultimi tre posti della ‘classifica’ regionale si trovano Lombardia, Calabria e Sardegna con una percentuale inferiore allo 0,25. Gli operatori sanitari vaccinati sono stati 274mila, segue il personale non sanitario con 30mila vaccini ricevuti e gli ospiti delle Rsa con 17mila. Fino al 6 gennaio è stato somministrato il 46,2% delle 695mila dosi consegnate.

“I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, come tutto il personale sanitario, hanno la priorità nelle vaccinazioni. E, come già previsto dal piano strategico, avranno un ruolo fondamentale in fasi diverse della campagna di somministrazione del vaccino anti Covid-19″, ha ricordato il ministro della Salute, Roberto Speranza, in risposta a quanto affermato ieri dal segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti, che aveva espresso la disponibilità della categoria a vaccinare contro il Covid dopo essere stata a sua volta immunizzata.

“Si sta già correndo e adesso l’obiettivo è arrivare a completare il milione e 800mila operatori sanitari, personale e ospiti delle Rsa entro fine febbraio”, ha sottolineato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, intervistato dal Fatto Quotidiano. Sui ritardi in alcune aree del Paese, spiega poi: “C’è una disomogeneità che deve essere colmata al più presto: in alcune regioni si sfiora già l’80 per cento delle somministrazioni rispetto alle dosi ricevute, altre devono e possono far meglio. Non voglio far alcun tipo di polemica, ma chiaramente la Lombardia ha margini di miglioramento. E anche vero che siamo solo all’inizio, le Regioni che hanno prestazioni migliori spero siano da stimolo”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Avanzano le dosi di vaccino Covid, gli operatori chiamano figli e parenti: istruttoria dell’Asl di Modena. “Errore grave”

next
Articolo Successivo

Coronavirus, Gimbe: “I nuovi casi crescono dopo 6 settimane di calo. Rivedere il sistema ‘a colori’. Per il vaccino comunicazione cruciale”

next