Che fosse una cosa seria a Wall Street non ci ha creduto nessuno. Giusto un piccolo sbandamento mentre le immagini dell’assalto al Congresso iniziavano ad apparire sugli schermi, in una giornata partita al rialzo e chiusasi con il segno più. Il Dow Jones ha chiuso ieri in rialzo dell’1,4%, l’S&P500 con un + 0,6%. Il calo del Nasdaq (- 0,6%) è riconducibile alle flessioni dei giganti del listino come Alphabet (Google), Amazon, Facebook o Apple penalizzati dai timori che la nuova Casa Bianca possa essere più severa in tema di regolazione antitrust e regimi fiscali. La vittoria del democratico Jon Ossoff in Georgia, consegna la maggioranza del Senato ai democratici agevolando l’implementazione delle politiche dell’amministrazione di Joe Biden. Vedremo se oggi, a mente fredda, il clima della borsa newyorkese sarà diverso. Neppure dai mercati dei cambi arrivano segnali di particolare preoccupazione, il dollaro guadagna anzi lo 0,5% sull’euro. L’oro, in teoria bene rifugio per eccellenza, non ha mostrato particolari reazioni.

Riprende invece la corsa del bitcoin che, a torto o a ragione, viene spesso accostato all’oro come asset alternativo in cui “rifugiarsi” quando le cose sugli altri mercati vanno male. Inoltre la moneta digitale porta nel suo dna una sua alterità a sistemi di pagamento gestiti da entità statali che potrebbe essere stata sollecitata di immagini che non hanno certo trasmesso un segnale di forza del sistema democratico statunitense. In breve: quando la fiducia nei governi scende, il bitcoin sale. Oggi la moneta digitale è di nuovo in guadagno e si avvicina ormai ai 38mila dollari. La capitalizzazione complessiva del mercato delle valute digitali ha superato i mille miliardi. Rispetto solo dallo scorso ottobre il valore del bitcoin è più che triplicato. Come sempre difficile dire quanto questa corsa sia giustificata e “solida”. Secondo JPMorgan, la criptovaluta compete con l’oro nella stessa classe di asset e potrebbe raggiungere i 146mila dollari. Non è peraltro la prima volta che JpMorgan “spinge” sulla moneta digitale, questo non ha impedito in passato che a una fase di fortissimi rialzi seguisse un’altrettanto ripida caduta.

Da segnalare infine il balzo dei rendimenti dei titoli di Stato USA (+ 9% i decennali). Poiché si tratta di rendimenti fissi in valore assoluti e calcolati in rapporto al valore del titolo, l’aumento segnala un calo del prezzo del decennale. Quindi vendite che superano gli acquisti (e spingono al ribasso il prezzo in qui le due spinte si equilibrano). Questo si segnale di calo di fiducia verso gli Usa o timori di un incremento dell’inflazione che riduce il rendimento reale dell’investimento.

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