Per l'ex segretario del Pd il leader di Italia Viva fa con Conte "le cose che fece con Letta". E gli chiede di "non far torto all'intelligenza degli italiani: si vuole una crisi perché possa prendere centralità"
“Renzi è un dato del paesaggio. Fa le cose che fece con Letta. Non è una novità”. Così Pier Luigi Bersani, parlamentare di Liberi e Uguali, ad Agorà (Rai3) sul comportamento del leader di Italia Viva Matteo Renzi rispetto al governo Conte. “Io non ho aggettivi – afferma l’ex leader Pd – per qualificare un’operazione del genere (sempre parlando dei Renzi ndr) mentre abbiamo centinaia di morti di pandemia e migliaia di feriti gravi in economia. Non ho aggettivi”. Bersani sottolinea: “Non è che Renzi sia Mandrake. Adesso noi possiamo chiedere a Renzi, e agli araldi e alle aralde di Renzi, di non far torto all’intelligenza degli italiani. Si vuole una crisi cosicché Renzi possa prendere centralità, possa essere il demiurgo di nuovi percorsi che vedono alla fine la testa di Conte. Questo è il punto”. “Qui – aggiunge – è cominciata la polemica che ancora c’era la bozza. Questa se è crisi verrà ricordata come la crisi della bozza. Non era neanche andata in Consiglio dei ministri”. Sul Recovery, invece, “il problema è l’attuazione. Di questo dovremo occuparci, chi sono gli attori concreti che metteranno a terra quei soldi? E poi c’è l’urgenza del blocco dei licenziamenti. Cosa facciamo dopo?”.
Il presidente di Articolo Uno è d’accordo con il Pd quando dice che alla fine Conte resta “un punto di equilibrio“. “Può anche esserci una crisi però nel luogo deputato. Da questa crisi si uscirebbe solo con Conte. Diversamente non vedo condizioni politiche che possano evitare le elezioni” aggiunge.