Nel terzo trimestre 2020 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 6,3% rispetto al precedente e la spesa per consumi finali delle famiglie è cresciuta del 12,1%. Mentre la pressione fiscale è stata pari al 39,3%, in riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2019. L’Istat, nei nuovi conti trimestrali, rileva come il recupero dei redditi sia seguito al “forte calo registrato nel secondo trimestre”, quello del lockdown, quando erano scesi del 5%, così come il potere d’acquisto, e la spesa per consumi finali era crollata dell’11,7%.
Il recupero del trimestre estivo ha riportato i redditi disponibili a “livelli di poco inferiori a quelli del terzo trimestre del 2019”. Il marcato recupero dei consumi di contro ha determinato una forte riduzione (al 14,6%) del tasso di risparmio, che rimane comunque a livelli molto superiori a quelli medi: è superiore di 6,5 punti rispetto al terzo trimestre del 2019. Nel frattempo la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,2%, è aumentata di 3,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
Come nei primi due trimestri, l’incidenza del deficit sul Pil risulta in forte crescita rispetto al corrispondente trimestre del 2019. In termini assoluti, il peggioramento dei saldi è dovuto sia alla riduzione delle entrate, sia al consistente aumento delle uscite, dovuto alle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti dell’emergenza economica e sanitaria su famiglie e imprese. L’indebitamento netto in rapporto al Pil è stato pari al 9,4% contro il 2,2% dello stesso trimestre 2019.