Arriverà primo tante volte Justin Laevens, 19enne talento belga del ciclocross, in sella alla sua bicicletta. Magari a braccia alzate e già il prossimo 10 gennaio al campionato nazionale per professionisti dove sfiderà ciclisti del calibro di Wout van Aert, Quinten Hermans e Michael Vanthourenhout.
A testa alta, altissima invece, è già primo nella storia del suo sport. Justin è il primo ciclista professionista a dichiarare la propria omosessualità. Lo ha fatto pubblicamente in un’intervista pubblicata da un sito belga: “Ci pensavo da due anni. E’ stato un grande passo. I miei genitori mi hanno molto incoraggiato. Avevo particolarmente paura delle reazioni degli altri corridori o dei team più grandi, temevo che mi avrebbero guardato con occhi diversi, ma non credo che andrà male”.
Male non potrà certo andare per chi, nemmeno ventenne, riesce a rompere un tabù con naturalezza e consapevolezza: “Nel mondo dello sport è difficile uscire allo scoperto. Voglio essere un esempio per tutti coloro che sono ancora rintanati nel loro guscio”. Un guscio dal quale pochissimi sono venuti fuori nelle altre discipline e nel quale spesso sono stati ricacciati.
Al coming out alterna anche speranze e giudizi sulla corsa che lo aspetta domenica a Meulebeke, dove per ovvi motivi avrà i fari puntati addosso: “Ho appena ricevuto un messaggio dalla squadra (la Proximus-AlphaMotorhomes-Doltcini). C’è molto fango, questo potrebbe essere un vantaggio per me. Molti pensano che sia un onore pedalare tra questi campioni, ma è molto difficile. I fuoriclasse iniziano in modo molto esplosivo”.
Esplosivo e lucido questo ragazzo di Zwevegem, nelle Fiandre occidentali, che con l’appoggio dei genitori si è tolto un peso e sogna anche di aprire un varco, indicare una strada per gli altri probabili gay del gruppo: “Io non ne conosco – dice Justin – ma penso che ci siano. Spero che il mio esempio possa dare il coraggio anche a chi ancora si nasconde”. Lo scatto è stato imperioso, da fuoriclasse e al momento c’è un uomo solo al comando.