Cultura

La parola del giorno per l’Accademia della Crusca è “merda”: ecco perché e cosa c’entra Dante

Proprio così: Dante l'ha usata nel suo Inferno (e non poteva essere altrimenti), nel XVIII canto, quello dedicato ai ruffiani, seduttori e adulatori. "E mentre ch' io là giù con l' occhio cerco,vidi un col capo sì di merda lordo,che non parea s' era laico o cherco", è la citazione dantesca da cui è tratta la parola del giorno

Una parola al giorno, per tutto i 2021, tratta dalla Divina Commedia di Dante Aligheri. È il progetto ideato dall’Accademia della Crusca che quest’anno, in occasione dei settecento anni dalla morte del sommo poeta, ha ideato un progetto “social” per omaggiarlo e riscoprirlo: 365 schede, una al giorno appunto, che prendendo spunto da una parola “simbolo” recuperano un passaggio della Divina Commedia e lo analizzano, con un breve spaccato sul lessico e sull’eredità linguistica e letteraria lasciata da Dante.

Ecco quindi che si scopre così che la parola di oggi, venerdì 8 gennaio, è “merda”. Proprio così: Dante l’ha usata nel suo Inferno (e non poteva essere altrimenti), nel XVIII canto, quello dedicato ai ruffiani, seduttori e adulatori. “E mentre ch’ io là giù con l’ occhio cerco,vidi un col capo sì di merda lordo,che non parea s’ era laico o cherco”, è la citazione dantesca da cui è tratta la parola del giorno. E l’Accademia della Crusca la analizza così: “Questa parola (che ricorre due volte nella Commedia) non è certo sconosciuta agli italiani del nuovo millennio. Realismo dantesco, che si esplicita bene nei canti di Malebolge. Plurilinguismo dantesco, che gli permette di dire tutto e parlare di tutto. Dante, poeta che sa essere molto concreto, e anche brutale”.

“Dietro questa sorta di gioco del calendario della Divina Commedia, prosegue il grande progetto del Vocabolario dantesco – ha spiegato a La Nazione il presidente della Crusca, Claudio Marazzini -. Il gruppo di ricerca, presieduto da Paola Manni, lavora da anni alla realizzazione di uno strumento che, avvalendosi delle metodologie della lessicografia informatica, accoglie l’intero patrimonio lessicale nelle opere di Dante. Ad esempio, io ho pensato la prima parola dell’anno: “trasumanar“ che indica un’esperienza che va oltre l’umano. Posso anticipare che per il primo aprile proporremo un termine che sia una specie di “pesce“, e per il 2 giungo la parola Italia”.