Il senatore mantiene il mistero su tempi e circostanze dell'incontro, ma lancia accuse specifiche. Una ricostruzione che ha provocato la dura presa di posizione della presidenza del Consiglio, non solo nei confronti di Grassi, passato alla Lega a fine 2019, ma anche al quotidiano La Repubblica che ospita l'intervista
Il senatore leghista Ugo Grassi, ex M5s, in un’intervista a La Repubblica sostiene di aver ricevuto un’offerta dal presidente del Consiglio per “tornare nei ranghi della maggioranza”. Un “falso”, replica Palazzo Chigi, che precisa di aver fornito al quotidiano circostanze chiare e non riportate nell’articolo. “A un certo punto mi convoca Giuseppe Conte a Palazzo Chigi e mi dice: ‘Vuoi qualche incarico?’. Io resto di sasso”, racconta Grassi. Ma il professore di Diritto Civile all’Università Parthenope di Napoli – che conosceva il premier già prima della sua avventura politica – rifiuta di specificare il periodo dell’incontro, elemento importante anche per definire il contesto politico: “Qualche tempo fa- risponde – preferisco non scendere nei dettagli, ma è un evento che mi ha colpito”. E aggiunge di aver tratto come conclusione che Conte “cercasse, allora come forse oggi, forze a supporto della sua maggioranza, anche facendo leva su rapporti personali”.
Una ricostruzione che ha provocato la dura presa di posizione di Palazzo Chigi, non solo nei confronti del senatore leghista – che per l’Ufficio stampa del premier aveva “intento diffamatorio” – ma anche di La Repubblica (“che ha riportato la ricostruzione in maniera parziale e del tutto scorretta“). L’incontro, ricostruisce l’Ufficio stampa di Palazzo Chigi, è “avvenuto il giorno 31 ottobre 2019 come puntualmente annotato nel registro di segreteria della Presidenza del Consiglio”. All’epoca, quindi, Grassi era ancora iscritto al gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. Il suo passaggio al partito di Matteo Salvini risale infatti al 12 dicembre successivo e provocò l’ira dell’allora capo politico Luigi Di Maio che attaccò: “Dica quanto costa al chilo”.
L’incontro, spiega Palazzo Chigi, fu “di cortesia” visto che “anche Grassi, come il presidente Conte, è professore ordinario di diritto privato”. E durante il faccia a faccia, avvenuto quindi una quarantina di giorni prima del divorzio tra il senatore e il M5s, Grassi “non ha per nulla anticipato al presidente l’intenzione di lasciare il Movimento 5 stelle per trasferirsi al gruppo del Senato della Lega”. Per questo, sottolinea la nota di Palazzo Chigi, è “assolutamente falsa, destituita di ogni fondamento” e “peraltro volgare” la ricostruzione fornita da Grassi secondo cui la prima domanda di Conte riguardò proprio un incarico. “Mi ha guardato in faccia – ha detto il senatore leghista – e mi ha detto: ‘Ugo, voglio entrare subito nel cuore del nostro incontro. E ti voglio chiedere: vuoi qualche incarico?'”. E l’Ufficio stampa bolla come “falso” anche il “suggerimento” che il presidente del Consiglio “avrebbe dato di cercare interlocutori politici nel Pd”. In una nota diffusa nel pomeriggio, Grassi “conferma il contenuto dell’intervista” e si dice “stupito dalla reazione di Palazzo Chigi”, affermando di essere “pronto a sostenere la veridicità di quanto dichiarato in ogni sede”.
Secondo la nota di Palazzo Chigi già ieri sera il portavoce del premier, Rocco Casalino, contattato da La Repubblica, “ha precisato che l’incontro in questione risaliva al passato e che comunque non vi era stata mai nessuna offerta, di nessun tipo, da parte del presidente del Consiglio al senatore Grassi”. Una precisazione che, ad avviso di Palazzo Chigi, “incredibilmente è stata riportata da Repubblica in maniera parziale e del tutto scorretta”, così “da stravolgerne il senso e da lasciare in piedi l’accusa più grave, cioè quella dell’offerta di incarichi”. Nonostante le smentite, tra l’altro, le reazioni più accese all’intervista arrivano da Italia Viva, una forza di maggioranza. “Ricordo che Silvio Berlusconi per analoga vicenda fu massacrato”, attacca Davide Faraone, presidente dei senatori di Iv. “È semplicemente scandaloso quello che sta accadendo: i senatori contattati nella caccia al “responsabile” ci raccontano cose indicibili – aggiunge – Queste squallide manovre di palazzo nulla hanno a che fare con le esigenze e le risposte immediate dovute a un Paese in crisi. Se qualcuno pensa ad un governo Scilipoti-Casalino si accomodi pure, noi saremo da un’altra parte”, conclude.