Con Trump, con il tricolore, con il logo della Champions League, con Lega Salvini, con la scritta A testa Alta.

E ieri sera a Palermo, prima dell’udienza preliminare del processo in cui è imputato di sequestro di persona e rifiuto d’atto d’ufficio per aver vietato lo sbarco nell’agosto del 2019 di 107 migranti soccorsi da Open Arms, l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini si è presentato in via D’Amelio indossando una mascherina con il volto di Paolo Borsellino e una frase del magistrato.

Il ‘cambio d’abito’ è avvenuto poco prima di scendere dall’auto con lo scopo di depositare una corona nel luogo in cui Borsellino perse la vita insieme a cinque uomini della scorta.

Che il leader leghista mancasse di misura e di senso del ridicolo, non è una novità. Ma quello che abbiamo osservato ieri in via D’Amelio, e lungo questi mesi di pandemia, è qualcosa che ha più a che fare con un piglio irrispettoso e sfrontato nei confronti della memoria di persone che nella nostra Storia italiana rappresentano simboli di valore enorme, memorabile e per i quali l’atteggiamento di noi tutti, non può che essere di omaggio, di attenzione, di rispetto.

Salvini vive in un’incessante e strumentale passerella. Crede che ogni situazione possa essere trasformata, e mediaticamente proposta, in momenti di esibizione, di propaganda, di messaggi ruffiani il cui unico scopo sono i suoi vaneggiamenti politici ed eventuali vantaggi.
La sua è strumentalizzazione di tutto e di tutti. E’ sciacallaggio.

Sono nato e cresciuto tra Palermo e Capaci.
Nel 1992 quando Borsellino perse la vita in via D’Amelio con 100 kg di tritolo, avevo 10 anni.
Ho scelto di impegnarmi in politica spinto dal coraggio di Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e di tutti gli uomini e le donne che in quegli anni hanno lottato per la nostra libertà, sacrificando anche la loro stessa vita.

Io, così come tutti i siciliani e tutti gli italiani legati davvero alla loro memoria, non ci sogneremmo mai, per nessun motivo, di usare e strumentalizzare i loro visi, le loro parole e la loro storia. Quella mascherina rappresenta una gravissima mancanza di rispetto a Borsellino, alla sua famiglia e a tutti noi.

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