Lunedì la Camera inizia il procedimento per la messa in stato d'accusa. Dopo l'insediamento dei due senatori eletti nei ballottaggi in Georgia, anche il secondo ramo del Parlamento inizierà a discutere gli articoli. Resta da capire chi presiederà il processo di un ex presidente
I democratici hanno già avvertito che lunedì partirà alla Camera il procedimento per la messa in stato d’accusa di Donald Trump, dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio, che lui stesso ha fomentato durante un comizio alla Casa Bianca. Sempre a meno che il tycoon non decida di dimettersi prima. Un’ipotesi che al momento è ritenuta improbabile, così come il ricorso di Mike Pence al 25° emendamento per destituirlo. Ma se la Camera la prossima settimana voterà il secondo impeachment nei confronti del presidente uscente, il Senato non potrà accogliere gli articoli contro Trump prima del 19 gennaio, cioè alla vigilia dell’insediamento di Joe Biden, cosa che significherebbe che il processo potrebbe iniziare dopo la fine del mandato di The Donald.
È quanto emerge da un memo fatto circolare tra i senatori dall’ufficio di Mitch McConnell, il repubblicano non sarà più il leader della maggioranza per quella data, dopo l’insediamento, previsto appunto per il 19 gennaio, dei nuovi senatori democratici della Georgia, Raphael Warnock e Jon Ossoff. Per quanto il Senato si riunirà anche la prossima settimana, il 12 e il 15 gennaio, McConnell insiste nel suo memo, di cui il Washington Post ha ottenuto una copia, che ” il consenso di tutti i 100 senatori è necessario per iniziare a valutare qualsiasi articolo di impeachment“.
Il repubblicano quindi appare ben lieto di lasciare a Chuck Schumer, il democratico che diventerà leader della maggioranza, il compito di gestire l’eventuale processo di impeachment, che rischia di diventare un ingombrante presenza dei primi giorni della presidenza Biden. Nel memo di McConnell, che non ha discusso delle procedure con Schumer, assicurano dal suo ufficio, si abbozza quindi uno scenario da processo lampo in cui appunto il Senato riceve il 19 gennaio il messaggio della Camera con la nomina dei manager dell’impeachment, che avranno il compito di illustrare i capi di accusa. Questo potrà avvenire il 19 stesso il giorno dopo il 20, lo stesso giorno dell’insediamento di Biden.
Sempre il 20 o il 21 gennaio, il Senato prenderà in considerazione gli articoli di impeachment alle ore 13 ed iniziare così ufficialmente il processo. “Il processo del Senato potrebbe iniziare quindi dopo la fine del mandato di Trump, o un’ora dopo la fine il 20 gennaio o 24 ore dopo la il 21 gennaio”, si legge nel memo. Il giuramento di Biden sarà il 20 alle 12 e quindi da quel momento Trump cesserà di essere presidente. C’è anche la questione di chi esattamente dovrà presiedere il processo di un ex presidente. Le regole del Senato richiedono che sia il giudice capo della Corte Suprema, ed infatti John Roberts ha presieduto il processo a Trump dello scorso anno. Ma “non è chiaro”, si legge ancora sul memo, se debba essere sempre lui a presidente nel caso che Trump non sia più presidente. Se la messa in stato d’accusa avrà il via libera dal Congresso, Trump non potrà candidarsi alle prossime presidenziali del 2024.