Nel video Wirth Anderlan canta in tedesco che "gli altoatesini vivono nella Nazione sbagliata e sono circondanti da bugiardi e spie". Le reazioni: "Sessista e omofobo". Poi il passo indietro: "Frainteso". Nota dell'Anpi "Grave insulto alle donne, disvalori sovranisti"
Il comandate degli Schützen altoatesini scivola sul video rap che ha girato come messaggio di fine anno. Jürgen Wirth Anderlan si è dimesso dopo le polemiche scatenate dalla canzone “Mama Tirol” ritmata con riferimenti ultratradizionalisti, critiche agli ecologisti, agli omosessuali, alle “spie e ai bugiardi” che circondano i sudtirolesi costretti a vivere “nella nazione sbagliata”. Anderlan, che ha una lunga barba, si è fatto riprendere in cantina, mentre sfoglia un album e osserva vecchie foto, alla luce di due candelabri d’argento. I cappelli piumati hanno diffuso un comunicato in cui non fanno riferimento al brano musicale, ma affermano di voler continuare a rappresentare i propri valori, la “fede cristiana” e la “difesa della heimat“, la “libertà e la dignità dell’uomo”.
Postato su Youtube, il video è poi stato eliminato. Tra le frasi che hanno suscitato polemiche: “Non conoscono più Ander (Andreas Hofer, comandante delle milizie tirolesi che insorsero all’inizio dell’Ottocento, ndr) ma Greta (Thunberg,ndr.)” riferito ai giovani e “da 100 anni ci trattano come una prostituta di pochi soldi”. La contestazione è venuta anche dagli Schützen del Tirolo austriaco. La guida dell’associazione, fino alle prossime elezioni, è stata assunta dall’attuale vicecomandante Renato des Dorides.
Anderlan ha poi fatto un passo indietro: “Mi dispiace se il video è stato frainteso, il razzismo, la misoginia o l’omofobia non sono mai state la mia intenzione quando ho creato quest’opera e non corrispondono al mio atteggiamento”.
La sezione altoatesina dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia diffuso una nota: “Quel video non è solo un grave insulto alle donne in nome di quella stessa cultura sessista, maschilista e patriarcale brodo di coltura per la violenza e la discriminazione contro le donne, ma esprime i disvalori apertamente nazionalisti e sovranisti in aperto contrasto con i valori fondamentale dell’Europa, della Costituzione, della nostra autonomia e della nostra convivenza”.