Politica

Elezioni, le simulazioni dei risultati con i nuovi collegi: il centrodestra vince quasi sempre, solo in un caso giallorossi al governo

Youtrend ha condotto cinque proiezioni, ognuna basata su un diverso schema di coalizioni tra i partiti e tenendo conto dei nuovi collegi, del taglio dei parlamentari e dell'attuale legge elettorale (il Rosatellum). In tre casi su cinque vincono Fi-Lega-Fdi, il quarto scenario vede i centristi ago della bilancia, mentre solo in caso di polarizzazione in due fazioni della politica Pd e M5s tornerebbero a Palazzo Chigi

Il Parlamento saldamente in mano al centrodestra unito in tre scenari su cinque. Maggioranza ai giallorossi solo in caso di intesa trasversale con sinistra, +Europa, Italia viva e calendiani, centristi determinanti per la nascita di un governo se Forza Italia si staccasse dai sovranisti per fare asse con Renzi, indebolendo Lega e Fratelli d’Italia. È l’esito delle diverse simulazioni elettorali condotte da YouTrend in base ai nuovi collegi, alla riduzione dei parlamentari per effetto del referendum e alla legge elettorale attualmente in vigore, il Rosatellum. Una triangolazione di fattori che, se si votasse oggi, cambierebbe gli equilibri politici italiani. Il sito web guidato da Lorenzo Pregliasco ha realizzato in totale cinque proiezioni, ognuna basata su un diverso schema di coalizioni tra i partiti. Il Rosatellum prevede infatti che una quota dei seggi venga assegnata con metodo maggioritario – cioè in una sfida frontale tra candidati in cui a vincere è soltanto uno – spingendo di fatto alle coalizioni pre-elettorali. Il gradimento di ciascuna formazione è calcolato in base alla media dei sondaggi politici elaborata da Youtrend il 17 dicembre e, per stimarne la forza nei vari collegi, si è tenuto conto del loro posizionamento territoriale alle europee 2019.

Scenari A, B e D: il centrodestra vince a mani basse – Il primo scenario ricalca le coalizioni delle politiche 2018: centrodestra unito e Pd in alleanza con Iv, Azione e +Europa, mentre sinistra e Movimento 5 stelle in solitaria. Uno schema in realtà difficilmente replicabile, dal momento che più volte nel corso dell’ultimo anno sia i dem che i pentastellati hanno ribadito la volontà di costruire un percorso elettorale comune, a partire dalle amministrative. Se così non fosse e si andasse a votare oggi, però, l’Italia si tingerebbe quasi completamente di azzurro. La coalizione tra Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Cambiamo di Giovanni Toti avrebbe infatti il 62% dei seggi in entrambi i rami del Parlamento (248 su 400 alla Camera, 124 su 200 al Senato). Solo 87 seggi per il centrosinistra a Montecitorio, 41 ai 5 stelle. A Palazzo Madama per entrambi la metà. Una debacle anche dal punto di vista territoriale, con un netto predominio del centrodestra quasi ovunque, tranne che in 3 collegi della Campania (ai pentastellati), un fortino dem a Firenze e nei centri storici di Roma e Milano, una diffusa resistenza del centrosinistra in Emilia Romagna.

Lo scenario B – che allo stato attuale sembra il più probabile – vede da un lato Pd+M5s, sinistra e Verdi, in mezzo il tris Renzi-Calenda-Bonino e dall’altro il centrodestra. L’esito è il medesimo: maggioranza assoluta in entrambe le Camere (210 deputati e 108 senatori) agli azzurri, anche se con un margine più risicato rispetto alla prima simulazione. In questo caso quindi la campagna elettorale potrebbe essere determinante per spostare gli equilibri, soprattutto in zone in bilico come Sardegna, Basilicata, il nord della Calabria e una fetta della Sicilia. Ancora più accorciate le distanze con lo scenario D, che riflette in modo pedissequo gli equilibri dell’attuale governo (renziani con Pd e M5s, Calenda e Bonino fuori). Anche in questo caso, però, salvo sorprese dell’ultimo minuto leghisti, salviniani e meloniani riuscirebbero a formare un governo in piena autonomia.

Scenario C: i centristi ago della bilancia – Lo scenario C è un po’ un caso a parte: Youtrend immagina che Forza Italia possa scaricare i sovranisti per allearsi con il polo centrista di Italia Viva, +Europa e Azione. Se così fosse, l’alleanza giallorossa riuscirebbe per la prima volta a strappare la maggioranza relativa dei seggi sia alla Camera (180, 10 in più rispetto ai sovranisti) che al Senato (91, cioè 8 in più), ma comunque non abbastanza per garantire la fiducia a un nuovo esecutivo giallorosso. L’ago della bilancia sarebbero quindi i centristi. A livello territoriale la conseguenza è un’Italia spaccata in quattro: tutto il Nord al centrodestra, il blocco Emilia-Toscana al centrosinistra, il Lazio (tranne Roma) e una parte dell’Abruzzo a Lega-Fdi, il Sud e le isole a netto predominio Pd-M5s.

Scenario E: maggioranza assoluta ai giallorossi – L’ultima simulazione, anche questa al momento poco probabile, prevede che la politica italiana si polarizzi in due fazioni: da una parte il centrodestra unito, dall’altra Pd, M5s e tutti gli altri, compresi renziani e Calenda. La mappa dell’Italia, ridisegnata in virtù dei nuovi collegi, sarebbe analoga a quella dello scenario precedente al netto di alcune eccezioni (il sud della Calabria ai forzisti, e quindi al centrodestra, i collegi di Trento, Trieste e Moncalieri al centrosinistra, il nord della Puglia strappato ai berlusconiani). In termini di voti in Parlamento, la maggioranza assoluta sarebbe in mano ai giallorossi, anche se fragile: 201 seggi su 400 alla Camera e 102 su 200 al Senato. Per dare stabilità al governo, quindi, osserva Youtrend, sarebbero decisivi gli altoatesini della Svp e gli eletti della Circoscrizione estero. Solo così Pd, Movimento 5 stelle, Leu e Italia viva potrebbero tornare a Palazzo Chigi.