Il governatore lancia l'allarme sulla situazione del contagio, perché la scorsa settimana l'indice Rt "si è improvvisamente innalzato a 1,24". E aggiunge: "L'ondeggiamento tra zone arancioni, gialle e rosse non porta a una stabilità. Credo che dovremmo concentrarci sull'individuazione dei comportamenti da escludere e attività da non svolgere"
“Stiamo peggiorando in tutti i parametri”. Attilio Fontana lancia l’allarme sulla situazione del contagio in Lombardia, dove la scorsa settimana l’indice Rt “si è improvvisamente innalzato a 1,24”. Con una conseguenza diretta: “Tenendo conto dei nuovi parametri ci stiamo sicuramente avvicinando alla zona rossa”, ha spiegato il governatore lombardo a Sky TG24 all’indomani di un’impennata di nuovi casi certificata dal bollettino quotidiano, con più di 3mila nuovi positivi rintracciati in regione.
“Mi auguro che questi numeri si invertano”, ha aggiunto, ma se non avverrà il rischio che l’area del Paese finora più colpita da Sars-Cov-2 sia nuovamente costretta a chiudere tutto, ad avviso del presidente della Regione, è più che concreto. “L’ondeggiamento tra zone arancioni, gialle e rosse non porta a una stabilità. Credo che dovremmo concentrarci sull’individuazione dei comportamenti da escludere e attività da non svolgere”, ha aggiunto nel giorno del faccia a faccia tra governo e Regioni per discutere dell’impianto del prossimo Dpcm che regolerà le settimane successive al 16 gennaio.
E in caso di serrata, la zona rossa prevede “la chiusura delle scuole”, ha sottolineato Fontana nel giorno in cui appena tre Regioni hanno riaperto le scuole superiori con il ritorno in classe del 50% degli studenti. Quella della ripartenza della scuola, “è la questione più grave dal punto di vista sociale, dovremmo concentrarci di più. Saremmo anche stati pronti da questo punto di vista”. Però, “purtroppo l’improvviso peggioramento dei numeri ci ha costretto a cambiare opinione e ci dispiace, perché il lavoro era pronto”, ammette.
“Tutti quanti noi siamo convinti della necessità che la scuola si svolga in presenza, ma non possiamo neppure negare le risultanze che emergono da numeri, dati e le preoccupazioni di medici e scienziati”, afferma ancora. “Ora c’è – aggiunge – una percentuale molto alta di infettati nella fascia che va dai 14 ai 19 anni, sono paucisintomatici ma contribuiscono a diffondere il virus. Non possiamo scindere dalle due esigenze”.