Francia e Germania si dicono contrarie alla decisione di Twitter di chiudere definitivamente il profilo del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, accusato di aver fomentato, con i suoi post incendiari, le rivolte che hanno portato all‘irruzione all’interno del Congresso americano dei supporter del tycoon che sostengono la sua tesi sui “brogli elettorali”, dei quali non esiste alcuna prova, durante le ultime Presidenziali di novembre.

Il primo a manifestare la contrarietà della presidenza tedesca è stato il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, che durante una conferenza stampa a Berlino ha dichiarato che “la Cancelliera ritiene problematico che sia stato bloccato in modo completo l’account Twitter di Donald Trump”.

Dello stesso avviso anche l’esecutivo francese, con il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, che intervistato da radio France Inter ha detto: “Ciò che mi sciocca è che sia Twitter a decidere di chiudere” il profilo di Trump. “La regolamentazione dei colossi del web – ha avvertito – non può avvenire attraverso la stessa oligarchia digitale”.

Nei giorni scorsi, era stato proprio il Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, ad annunciare la sospensione a tempo indeterminato, per almeno due settimane, del profilo di Trump dal popolare social network e da Instagram, spiegando che “il rischio di consentire al presidente di continuare a usare il nostro servizio in questo momento è semplicemente troppo grande”. Due giorni dopo anche Twitter ha optato per la censura, rimuovendo definitivamente l’account dell’inquilino della Casa Bianca. Ed è notizia di oggi anche l’oscuramento del social caro ai conservatori e ai sostenitori di Trump, Parler, dopo che Apple, Google e Amazon avevano annunciato di averlo rimosso dai propri server.

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