La nuova legge sulle fonti verdi, entrata in vigore lo scorso 1 gennaio, in futuro dovrebbe fare da ulteriore traino al settore. Gli esperti tuttavia suggeriscono di non adagiarsi sui risultati raggiunti nel 2020, perché frutto di una serie di fattori, tra cui un calo record della produzione industriale e del consumo energetico dovuto alla pandemia, oltre che a un inverno piuttosto mite e un calo vertiginoso del carbone
In Germania nel 2020, per la prima volta, le fonti rinnovabili hanno superato i combustibili fossili nella produzione di energia tedesca. Ma se la nuova legge sulle fonti verdi, entrata in vigore lo scorso 1 gennaio, dovrebbe fare da ulteriore traino al settore, gli esperti suggeriscono di non adagiarsi sui risultati raggiunti nel 2020, perché frutto di una serie di fattori, tra cui un calo record della produzione industriale e del consumo energetico dovuto alla pandemia, oltre che a un inverno piuttosto mite e un calo vertiginoso del carbone. I dati preliminari dell’agenzia di rete federale (BNetzA) e del think tank Agora Energiewende descrivono lo stesso trend raccontato dall’istituto Fraunhofer ISE, il più grande istituto europeo di ricerca solare, anche se con alcune differenze. Secondo i primi lignite, carbone, gas, petrolio messi insieme hanno prodotto 230 terawattora (il nucleare, che non è una fonte fossile, ha prodotto 64 TWh) contro i 255 delle rinnovabili; secondo l’istituto di ricerca, invece, le fonti fossili e il nucleare hanno prodotto 241 TWh contro i 247 delle fonti verdi portando queste ultime sopra la quota del 50% di produzione di elettricità immessa nella rete pubblica. Quello appena terminato è stato anche il primo anno in cui il solare ha prodotto più di tutte le centrali a carbone messe insieme e in cui l’energia eolica ha prodotto più elettricità delle centrali a lignite e carbone fossile del Paese. Ma non tutte le rinnovabili crescono e se nel 2020 la Germania ha ridotto le emissioni di circa il 42% rispetto ai livelli del 1990, anche in questo caso va ricordato che nei mesi scorsi si sono verificate circostanze uniche. Come riporta l’agenzia Clean Energy Wire, il think tank Agora Energiewende (secondo cui la pandemia ha avuto in questo senso un ruolo determinante) prevede un aumento delle emissioni già nel 2021.
L’EQUILIBRIO TRA LE FONTI FOSSILI E VERDI – Ma vediamo quali sono, nel dettaglio, i settori che crescono, quelli che restano stabili e quelli che crollano. Secondo Agora Energiewende l’eolico cresce lentamente, ma si registra una maggiore produzione di energia eolica offshore. Con 132 TWh questa fonte supera il contributo fornito da carbone e lignite, pari a 118 TWh. Il fotovoltaico fornisce invece più elettricità (circa 51 terawattora) del carbon fossile (42,5 terawattora). Non tutte le rinnovabili, dunque, viaggiano alla stessa velocità, così come non per tutte le fonti fossili cala la produzione di elettricità. Il dato complessivo è frutto, infatti, della diminuzione della generazione da carbone e lignite rispettivamente, del 20% e 28%, bilanciato però da un aumento dell’11% del contributo che arriva dal gas. Questo significa che c’è ancora tanto lavoro da fare sul fronte delle rinnovabili. Se per il direttore di Agora Energiewende, Patrick Graichen, lo stallo dell’energia eolica lascia che la crescita complessiva delle energie rinnovabili (stimata a 12 terawattora) resti “di gran lunga al di sotto della media degli ultimi anni” mentre l’energia eolica dovrebbe triplicare e quella solare raddoppiare, per il Fraunhofer servono 10-15 GW all’anno di nuovo fotovoltaico, tra i 7 e gli 8 GW di eolico su terraferma (oltre a 1-2 GW di eolico offshore).
GLI OBIETTIVI DELLA GERMANIA – Anche perché la Germania ha degli obiettivi da raggiungere. La recessione economica ha provocato una contrazione del consumo complessivo di carbone, petrolio e gas e, di conseguenza, ha portato a un calo del 10% delle emissioni di gas serra. Il think tank stima che le emissioni totali di gas serra siano diminuite di circa 80 milioni di tonnellate di CO₂ nel 2020, facendo superare alla Germania il suo obiettivo originale del 40%. Ma secondo Agora questo risultato non sarebbe stato raggiunto senza la pandemia, anche se il ministro dell’Ambiente Svenja Schulze ha affermato che il calo delle emissioni è anche il risultato delle decisioni sulla politica climatica, ricordando in un messaggio su Twitter che “le emissioni stanno già diminuendo in modo significativo per il terzo anno consecutivo”. Per Graichen la Germania deve mirare a una riduzione dei gas serra di almeno il 65% rispetto al 1990 (invece degli attuali 55). E, almeno sulla carta, è quella la direzione annunciata dal governo.
LA NUOVA LEGGE – È entrata in vigore il 1 gennaio 2021, infatti, la nuova legge per lo sviluppo delle fonti rinnovabili che il Bundestag ha approvato a dicembre (357 voti favorevoli e 260 contrari), la riforma della EEG (Erneuerbare Energien Gesetz) che, per la prima volta, rende ufficiale l’obiettivo della neutralità dei gas serra entro il 2050 (solo nel settore elettrico), obiettivo stabilito dal Green Deal europeo. Proprio annunciando l’approvazione della nuova legge, il ministro federale dell’Economia Peter Altmaier ha spiegato che si stanno definendo anche i passaggi necessari per raggiungere il 65% di energie rinnovabili entro il 2030. Tra le altre cose la legge prevede che il fotovoltaico raggiunga in dieci i 100 GW (quasi raddoppiando i circa 52 GW attuali), l’eolico a terra arrivi a 71 GW (ossia siamo a 55), l’eolico offshore i 20 GW, la biomassa gli 8,4 GW. Già definito un calendario per le cosiddette ‘aste dell’innovazione’: ogni anno saranno offerti tra i 500 e gli 850 MW di rinnovabili destinati a progetti che prevedono anche installazioni miste e sistemi di accumulo energetico attraverso cui stabilizzare la rete elettrica.