Secondo la banca d'affari statunitense il Pil italiano dovrebbe crescere quest'anno di oltre il 6%, una performance favorita anche dal ritmo con cui sono in corso le somministrazioni del siero. In coda la Francia
L’Italia dovrebbe avere chiuso il 2020 con un Pil in calo dell’8,8% (quindi lievemente meglio rispetto al – 9% atteso dal governo, ndr) e potrebbe registrare quest’anno un rimbalzo del 6,1% – superiore alle stime – seguito da una confortante +3,5% nel 2022. E’ la previsione della banca d’affari statunitense Goldman Sachs contenuta in un’ analisi dell’economia europea. Nel complesso, nel quarto trimestre 2020, la Ue si è dimostrata “più resiliente di quanto avessimo pensato, grazie a una minore sensibilità nel settore dei servizi alle restrizioni di novembre e a una più forte attività industriale”, si legge nel documento. Alla luce di questo andamento la banca ha rivisto la stima del quarto trimestre da -2,2% a -1% per l’area euro e a -1,2% per il Regno Unito.
Goldman Sachs prevede tuttavia anche un inizio 2021 di nuovo in salita. I report annunciano “una nuova contrazione a gennaio, soprattutto nel Regno Unito e in Germania”. Nel complesso i primi tre mesi dell’anno dovrebbero far segnare nell’area euro una lieve recessione. La situazione dovrebbe poi evolversi positivamente nei mesi successivi. Con la possibilità che il 50% della popolazione nell’area dell’euro abbia ricevuto la prima dose di vaccino, Goldman Sachs vede “un forte impulso all’attività dei servizi a partire da marzo” assieme a “una ripresa sostenuta dalla politica fiscale e una forte crescita globale che sosterrà l’attività industriale”. Di qui una stima di un netto rimbalzo dal secondo trimestre in tutta Europa con una crescita dell’area dell’euro stimata a +5,2% nel 2021 e +4% nel 2022.
Goldman Sachs si attende anche “un’inversione di andamento a breve termine nell’Europa meridionale, con l’Italia in una posizione migliore per la ripresa nel 2021 rispetto alla Spagna“. A favorire il dato del nostro paese anche la possibilità che, l’Italia diventi dopo il secondo trimestre, il paese europeo con la più ampia percentuale di distribuzione di vaccini anti-covid, confermandosi a fine anno il più ‘vaccinato” con una quota di popolazione vicina all’83% (ultima la Francia a quota 70%). Sul fronte spread, Goldman Sachs vede “un rischio politico contenuto” che assieme al sostegno fiscale del Recovery Fund e alle politiche della Banca centrale europea, dovrebbe “tenere lontano il rischio sovrano per tutto il 2021”.