L’avviso è del presidente del Consiglio: “Sta arrivando un’impennata” dei contagi. “Non sarà facile, dobbiamo fare ancora dei sacrifici”, ha spiegato Giuseppe Conte al Tg3. Uno scenario che si riflette nella grande prudenza del tavolo con gli enti locali dove il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha illustrato le misure anti-Covid allo studio in vista del Dpcm che entrerà in vigore dal 16 gennaio. Il governo vuole rendere più facile l’ingresso in zona arancione, visite a parenti ed amici massimo in due come durante le feste natalizie, la zona bianca come “segnale” di un Paese che stringe i denti verso una “fase diversa” in un “tempo medio”. E la garanzia di ristori per tutte le attività che resteranno chiuse. E durante la riunione si è riscontrata una generale condivisione dell’impianto di “rigore” nelle prossime settimane, anzi alcuni – come Vincenzo De Luca, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga – hanno avanzato l’idea di una zona arancione nazionale.
Non ci sarà. Ma la prudenza è massima e si andrà avanti con le Regioni a colori. Uno strumento, ha sottolineato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, che “ci ha salvato due volte da un nuovo lockdown”. Insieme alla stretta tra il 24 dicembre e il 6 gennaio, ha rimarcato Speranza: “Senza le misure natalizie avremmo avuto altri numeri, la situazione europea è complessa”, ha sottolineato il ministro della Salute spiegando le regole che il governo ha intenzione di introdurre. Verrà quindi conservato il modello per fasce, con abbassamento delle soglie per entrare in una zona: con indice di contagio Rt uguale 1 scatterà la zona arancione, con 1.25 quella zona rossa. “Ma pensiamo di intervenire anche sugli indici di rischio per facilitare gli ingressi in arancione, ad esempio le Regioni a rischio alto”, avrebbe riferito il ministro introducendo un aspetto finora non emerso.
Tra le ipotesi al vaglio del governo ci sono anche l’estensione del limite di massimo due ospiti nelle case, una misura che sarebbe valida in tutte le zone, anche quelle gialle. Confermato anche il divieto di asporto dopo le 18 per i bar e lo stop alla mobilità interregionale anche tra aree in fascia gialla. Escluso, ha confermato Speranza, il week end in arancione per tutta l’Italia. Resta invece in piedi l’ipotesi di una zona bianca – con il via libera dei governatori – nella quale potrebbero riaprire musei, cinema, teatri, palestre: la nuova fascia avrebbe “soglie molto basse”, ha avvisato Speranza spiegando che l’introduzione servirebbe “per dare un segnale che il Paese sta facendo un lavoro che gli consentirà di entrare in una fase diversa in un tempo medio”.
Un ok generale alle misure è arrivato dall’Anci, rappresentata dal sindaco di Bari Antonio Decaro, che ha condiviso anche l’idea della zona bianca e sottolineato di limitare lo stop all’asporto “solo alle bevande, escludendo gli alimenti”. Un orientamento identico a quello del governo. Il numero uno dell’Associazione dei Comuni ha chiesto anche ristori per le aziende di trasporto pubblico che hanno organizzato servizi extra per garantire il distanziamento degli studenti. Le Regioni hanno invece condiviso l’impianto del Dpcm ipotizzato dal governo, sottolineando la necessità di ristori certi ed evidenziando, ha ribadito Stefano Bonaccini, la “contrarietà” alla proposta dell’Istituto Superiore di Sanità, già condivisa dal Cts, di fissare l’ingresso automatico in zona rossa quando l’incidenza dei casi supera i 250 ogni 100mila abitanti a settimana. Una misura che, a questo punto, potrebbe essere cassata.
In base all’ultimo monitoraggio, l’unica regione che andrebbe in lockdown in base all’incidenza settimanale dei contagi sarebbe il Veneto. Ma è a rischio anche l’Emilia Romagna, con un’incidenza attorno ai 240 casi. E anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in mattinata ha detto che con i nuovi parametri “ci avviamo verso la zona rossa”. Nel corso della riunione tra i presidenti di Regioni più prudenti, c’è stato il campano Vincenzo De Luca che ha detto di “condividere” la relazione di Speranza e avanzato l’ipotesi di una “zona arancione nazionale – avrebbe detto – eventualmente con strette ulteriori”. Un’idea condivisa proprio con Fontana e con il friuliano Massimiliano Fedriga. Il prossimo incontro è stato fissato per giovedì, dopo che Speranza avrà illustrato il nuovo Dpcm al Parlamento.