L'attore è al centro di un one man show per la serata-evento di Rai Uno che racconta la storia della sua famiglia. Un gioco di rimandi con Domenico Modugno (che somigliava molto al padre) presente con alcune delle sue canzoni più belle. Tanti gli ospiti da Pierfrancesco Favino e Paola Turci che interagiranno con Giuseppe Fiorello. Il momento clou sarà l'incontro con il fratello Rosario per fare assieme “qualcosa di mai visto”
Domenico Modugno torna nuovamente nella vita di Giuseppe Fiorello. Dopo il grande successo del film “Volare – La grande storia di Domenico Modugno” trasmesso nel 2013 su Rai Uno e salutato da oltre undici milioni di telespettatori e quasi il 40% di share, l’attore prende in prestito alcune delle più belle canzoni del grande artista per raccontare la storia della sua famiglia e non solo. Sono tanti i temi affrontati nella serata evento “Penso che un Sogno Così“, in onda lunedì 11 gennaio alle 21.25 su Rai Uno, che ruota attorno al lavoro, progresso e l’immigrazione. Ad accompagnare Giuseppe Fiorello ci saranno un corpo di ballo e i due musicisti: il chitarrista Daniele Bonaviri e l’arrangiatore Fabrizio Palma. Non mancheranno gli ospiti e gli amici che saranno al fianco del mattatore. Sul palco saliranno Eleonora Abbagnato, Pierfrancesco Favino, Paola Turci, Serena Rossi, Francesca Chillemi e naturalmente il fratello Rosario Fiorello. “Con mio fratello ci sarà un momento molto intimo, vedrete un qualcosa di bello e inedito”, ci assicura Giuseppe. Sono tante le canzoni scelte dall’immenso repertorio di Modugno per questo show da “Tu si’ na cosa grande” a “Lu pisci spada”, passando per “Amara terra mia e via”. La serata è diretta da Duccio Forzano e prodotto da Friends & Partners e Ibla Film per Rai Uno.
“Portiamo in televisione uno spettacolo teatrale che ha avuto un grande successo con 350 repliche dal vivo sold out in tutta Italia. – racconta Giuseppe Fiorello – Gli spettatori hanno voluto bene mio padre, alla mia famiglia e naturalmente a Modugno. Adesso sono io ad entrare nelle loro case in punta di piedi. Questo è il racconto di una famiglia molto semplice normale, unita. Insomma è la storia di una famiglia italiana che si racconta”.
Com’è nata l’idea?
Una estate mi sono ritrovato a leggere la storia bellissima di ‘Open’ (del campione di tennis Andre Agassi, ndr) che mi ha tanto toccato il cuore. In alcune pagine ho rivisto un pezzo del rapporto con mio padre che certamente non era così forte e violento come quella dei protagonisti del libro perché il nostro era un rapporto fatto di grande dolcezza, fisicità e calore umano. Quell’estate è venuto fuori di getto un testo a scorrimento veloce e avevo intorno a me i pezzi della mia vita. Volevo restituire qualcosa a quell’uomo che è andato via troppo presto.
Cosa vedremo?
Una storia commovente, divertente, una famiglia allargata dove a casa nostra c’erano anche nonna e mia zia, si mangiava molto come nelle meravigliose tradizioni del Sud. Non mancavano le riunioni di famiglie a tavola con tratti della commedia all’italiana. Non è la mia vita speciale ma una famiglia normale, semplice con un padre normale, ho avuto la fortuna, il privilegio e il destino di mettere in scena questi ricordi.
Ci sarà il pubblico?
No ed è stata una scelta, in qualche modo, voluta perché non volevamo occupare questo spazio. Si poteva benissimo pensare ad un pubblico ‘digitale’ ma ci siamo confrontati con la Rai e ci siamo detti che sarebbe stato più bello ‘ascoltare’ questo silenzio meraviglioso in alcune parti dello spettacolo, quelli più poetici ed intimi.
Ci sono molti ospiti, puoi anticiparci cosa vedremo?
Questo spettacolo è un flusso continuo di emozioni, parole e musica non è un programma tv classico dove c’è un ospite con la sua entrata ed uscita. Gli ospiti che fanno parte di questa narrazione continua interagiscono con me. Rosario c’è e ovviamente con lui sarà un momento particolare totalmente nostro. Al pubblico a casa regaleremo un momento di grande intimità.
Perché ancora una volta l’omaggio a Domenico Modugno?
Con un gioco di specchi c’è un rimando continuo tra Domenico Modugno e mio padre. Mi divertiva il gioco di farli diventare ‘fratelli’. Ci sono delle cose accadute a delle cose di mio padre da ragazzo che somigliavano esattamente a quelle di Modugno. Ad esempio entrambi da ragazzi hanno cantato a serenate e a serate.
A chi è dedicato lo spettacolo?
A due donne importanti della mia vita: Sara e Franca. La prima mi ha regalato un padre meraviglioso e mi ha messo al mondo e a lei devo tutto. La seconda mi ha accolto a casa sua con un abbraccio immenso e un sorriso radioso facendomi entrare nella casa del mio mito e suo marito: Domenico Modugno. Ero andato da lei in cerca di sicurezza e ho chiesto di incontrare la signora Franca perché solo lei poteva dirmi se sarei stato all’altezza di portare in scena questo spettacolo. Quando ci siamo incontrati è stato meraviglioso e incredibile. Parole e gesti che terrò nel mio cuore.
Chi era tuo padre?
Mio padre era un sognatore straordinario, poteva essere chiunque e ci ha insegnato che avremmo potuto fare qualsiasi cosa nella vita, se lo avessimo voluto. Un invito a realizzare i nostri sogni. Io per carattere sono più realista e diffidente, per lui invece non c’erano limiti.