Economia

Crisi politica, primi effetti sui mercati. Spread in aumento e rendimento del Btp a 10 anni sopra lo 0,6%

Tornano a salire dopo mesi di calo gli interessi pagati sui bond decennali italiani. Una crisi politica potrebbe compromettere le prospettive e i tempi di una ripresa economica aumentando le difficoltà per le nostre finanze pubbliche

Primi effetti delle turbolenze politiche italiane sui mercati. Il rendimento dei Btp a 10 anni ha toccato lo 0,62%, in aumento di 5 punti base. Nei giorni scorsi gli interessi sul decennale italiano erano scivolati sotto lo 0,5%, sui minimi di sempre. Lo spread, ossia la differenza dei rendimento tra i titoli di stato decennali tedeschi e quelli italiani, è in aumento e tocca i 110 punti. Al contrario è in calo il differenziale tra titoli tedeschi e spagnoli. Per ora si tratta di movimenti limitati ma che segnalano come i mercati non siano indifferenti a quello che sta accadendo nei palazzi romani in queste ore.

Il rendimento di un titolo di Stato è fisso in valore assoluto e viene espresso come percentuale rispetto al valore del titolo. Un aumento dei rendimenti significa quindi che il prezzo del titolo sta scendendo. Se il prezzo scende è perché le vendite sono più degli acquisti, quindi l’equilibrio tra chi compra e chi vende si ristabilisce su un livello di prezzo più basso. Solitamente le vendite aumentano quando si rafforzano i timori sull’affidabilità del debitore. Una crisi di governo è percepita come un fattore destabilizzante anche per l’economia e come qualcosa che potrebbe rallentare la ripresa economica aumentando le pressioni sulle finanze pubbliche. Va detto che in questa fase il mercato dei bond sovrani vive in una sorta di paradiso artificiale. I massicci acquisti da parte della Banca centrale europea hanno infatti l’effetto di appiattire tutti i rendimenti e di limitare la quota di compravendite che avviene con le classiche logiche di domanda-offerta.

Uno degli effetti di questa situazione è stato di ridurre sensibilmente l’esborso del Tesoro per il pagamento degli interessi. Dagli oltre 70 miliardi di euro di un paio di anni fa si è scesi agli attuali 50 miliardi. L’Italia ha titoli di Stato in circolazione per oltre 2mila miliardi di euro. Ogni anno in media titoli per circa 300 miliardi di euro arrivano a scadenza e devono essere rifinanziati con nuove emissioni. Sono quindi sufficienti variazioni anche piccole sui rendimenti per produrre effetti significativi sulla spesa complessiva. Se, ad esempio, l’incremento dell0 0,1% perdurasse per tutto l’anno il conto salirebbe di almeno 300 milioni di euro. La stessa cifra che secondo i sostenitori del Mes si risparmierebbe accedendo a questi prestiti.

Questa mattina il Ministero dell’economia ha collocato, in asta, sette miliardi di euro di Bot a 1 anno con un rendimento medio di -0,478% e un aumento di due centesimi rispetto alla precedente operazione. Le richieste sono state pari a 10,69 miliardi di euro. Giovedì il Tesoro offrirà in asta Btp a 3, 7 e 30 anni per un importo massimo di 9,25 miliardi di euro. Nel dettaglio verranno offerti 2,750 miliardi di titoli triennali, 4,5 miliardi di titoli a sette anni e 2 miliardi di Btp a 30 anni.