Siamo tornati. Spiace”. Così il quotidiano Libero con un messaggio su Twitter annuncia il proprio ritorno sulla piattaforma, dopo che lunedì sera l’account era stato temporaneamente “limitato” per “attività sospette”. Non si è trattato in realtà di un blocco dell’account, ma di un avviso inserito dal social network che recitava: “Attenzione: questo account è temporaneamente limitato“. Poi la spiegazione: “L’avviso qui presente ti viene mostrato poiché l’account in questione ha eseguito delle attività sospette. Vuoi davvero proseguire?”. Cliccando “sì” il profilo di Libero tornava visibile.

Il quotidiano sul proprio sito internet scrive: “Twitter ci ha tolto la voce per 12 ore. Quelle 12 ore di silenzio imposte a Donald Trump prima di procedere alla rimozione coatta del presidente degli Usa dal social dei cinguettii. La differenza tra il caso di Libero e quello di The Donald? Le ragioni che hanno portato al silenziamento di quest’ultimo erano chiare – senza entrare nel merito di quanto sia inquietante il fatto che un social censuri il presidente degli Stati Uniti – mentre i motivi per cui siamo stati costretti a tacere, ancora, non ci sono noti“. “Abbiamo chiesto spiegazioni e, ad ora, non ne abbiamo ricevute – si legge ancora – Così come non abbiamo ricevuto durante il blocco spiegazioni ufficiali da parte del social. Siamo semplicemente, e magicamente, tornati a cinguettare”.

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