L’esecuzione capitale di Lisa Montgomery fissata per oggi, 12 gennaio, è stata bloccata. Per la detenuta, che nel 2004 uccise un’altra donna incinta nel Missouri di 52 anni prima di tagliarle il ventre e sottrarle la bambina, sopravvissuta, di 8 mesi, è stata infatti richiesta la perizia psichiatrica. Così la Montgomery, unica donna in attesa nel braccio della morte di una prigione federale, per il momento è salva. Se oggi fosse stata giustiziata, sarebbe stata la prima donna a essere messa a morte, in quasi 70 anni, dal governo degli Stati Uniti e non da un singolo stato. Negli Usa le esecuzioni federali sono infatti rimaste bloccate per 17 anni, prima che il presidente Donald Trump ne ordinasse la ripresa nel 2020. Il presidente eletto Joe Biden, che si insedierà il 20 gennaio, si è impegnato invece a perseguire l’abolizione della pena capitale.

L’esecuzione di Montgomery era stata fissata inizialmente per il mese scorso, l’8 dicembre, ma una sospensione era stata accordata perché il suo avvocato aveva contratto il Covid-19, andando a farle visita nel carcere di Terre Haute, nell’Indiana. La data era stata quindi spostata al 12 gennaio, ma i legali avevano fatto ricorso sostenendo che non si poteva fissare un’ulteriore data, mentre la sospensione era ancora in vigore. La corte aveva inizialmente dato loro ragione, bloccando l’ordinanza del direttore della prigione, ma un collegio di giudici aveva rivisto la decisione, dando il 2 gennaio il via libera all’esecuzione. I legali di Montgomery avevano però annunciato ricorso e, a quanto pare, sono riusciti a bloccare l’esecuzione.

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