Leogrande ha chiamato d'urgenza i rappresentanti dei lavoratori per illustrare notevoli "criticità": la "difficile tenuta finanziaria dell’azienda" si ripresenterà anche nei prossimi mesi se non cambiano le condizioni economiche e di mercato. Sul secondo fronte tutto è legato all'evoluzione della pandemia, sul primo pesa anche l'instabilità politica. Intanto Bruxelles ha chiesto chiarimenti su molti punti del piano di salvataggio con soldi pubblici
Prima la notizia che la Commissione Ue ha chiesto al governo italiano su molti aspetti dell’operazione che dovrebbe portare alla newco Ita per salvare ancora una volta Alitalia con soldi pubblici. Poi la convocazione d’urgenza dei sindacati da parte del commissario straordinario della compagnia, Giuseppe Leogrande, che ha parlato di notevoli “criticità“: la “difficile tenuta finanziaria dell’azienda”, che già a dicembre ha generato ritardi nella erogazione degli stipendi, si ripresenterà anche nei prossimi mesi se non cambiano le condizioni economiche e di mercato. Sul secondo fronte tutto è legato all’evoluzione della pandemia, sul primo pesa come un macigno la ormai probabile crisi di governo.
La newco infatti dovrebbe partire a primavera ma Leogrande ha spiegato che l’instabilità politica non dà certezze sulle tempistiche, con conseguente aggravio sull’amministrazione straordinaria. In questo quadro, riferiscono fonti sindacali, secondo il commissario vanno messe in campo tutte le azioni disponibili per preservare quanto più a lungo possibile le risorse economiche in modo da garantire la continuità aziendale fino al decollo della nuova società. La seconda tranche di 77 milioni di euro prevista dal Decreto rilancio ad oggi non è stata ancora ricevuta. E servono azioni di ottimizzazione nell’applicazione della cassa integrazione a rotazione sul personale navigante, tarata sulla scarsa attività prevista nei prossimi mesi. Su questo punto i sindacati hanno chiesto un ulteriore confronto.
Smentite invece da Leogrande le notizie su presunte procedure di gara per la vendita del marchio o degli slot o della parte aviation separatamente. Il commissario ha detto di prediligere la trattativa privata, ma sul tema sono comunque in corso le interlocuzioni tra governo e Commissione Ue. La direzione generale della Concorrenza lo scorso 8 gennaio, come riportato da Mf martedì, ha infatti scritto alla rappresentanza italiana a Bruxelles chiedendo all’Italia di garantire “la discontinuità con Alitalia e la validità del nuovo piano strategico”. Un punto essenziale per non incappare nella procedura per aiuti di Stato e sbloccare i 2,9 miliardi di euro di investimenti assicurati dal Mef. I tempi per il via libera dunque sembrano allungarsi. L’Antitrust comunitario ricorda che i quasi 3 miliardi pubblici potranno essere ritenuti compatibili con le norme europee se l’operazione a sostegno di Ita avverrà a condizioni di mercato e soprattutto se sussiste un’effettiva “discontinuità” economica tra la vecchia e la nuova Alitalia.
La lente di Bruxelles si concentra su diversi aspetti del piano industriale, tra cui le stime di profittabilità nell’arco di piano al 2025 e la crescita nel medio raggio. La nuova Ita secondo la Commissione Ue dovrà concentrarsi “sul business aviation, cedendo handling e manutenzione”, oltre che “mettere a gara la controllata che gestisce le Millemiglia, cedere alcuni slot, chiarire la strategia multi-hub e fornire l’analisi della sostenibilità economica delle rotte e dei contratti di leasing degli aerei”, come si legge nella lettera pubblicata dal quotidiano finanziario. Inoltre si chiede al governo italiano perché gli asset di Alitalia sono stati ceduti alla newco senza una gara pubblica, dal momento che sono ancora in amministrazione straordinaria.