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Burioni contro Le Iene: “La Procura ha sequestrato due loro servizi falsi e diffamatori. Su di me bugie grottesche”

A darne notizia via Facebook è lo stesso virologo: "Nel giugno scorso 'Le Iene' hanno trasmesso due servizi tanto falsi quanto diffamatori nei miei confronti. Mi accusavano, mentendo, del comportamento più grave per un medico e per uno scienziato: farsi guidare dal proprio interesse e non dal bene pubblico e dei pazienti nelle proprie dichiarazioni"

di F. Q.

La Procura di Milano ha sequestrato due servizi de Le Iene sul virologo Roberto Burioni. A darne notizia via Facebook è lo stesso virologo docente dell’università Vita-Salute San Raffaele del capoluogo lombardo. “Nel giugno scorso ‘Le Iene’ hanno trasmesso due servizi tanto falsi quanto diffamatori nei miei confronti. Mi accusavano, mentendo, del comportamento più grave per un medico e per uno scienziato: farsi guidare dal proprio interesse e non dal bene pubblico e dei pazienti nelle proprie dichiarazioni. Per motivi a me incomprensibili, hanno tentato di demolire la mia immagine pubblica facendomi passare per un disonesto volto a perseguire solo il suo personale profitto con affermazioni tanto false quanto diffamanti nei miei confronti”, spiega Burioni nel suo post, ricostruendo quanto accaduto.

“Non potete immaginare quanto questo mi abbia ferito, visto che io ho sempre fatto del mio meglio (anche in quei mesi terribili) per informare il pubblico nel modo più obiettivo e corretto. Sono stati momenti per me molto dolorosi, perché vivevo non solo l’infamia della diffamazione e la distruzione della mia credibilità personale, ma anche i danni che una disinformazione strumentale e gravissima avrebbe prodotto nell’opinione pubblica sui temi da me trattati momento in cui la credibilità della scienza era (ed è) fondamentale”, scrive il virologo.

‘Le Iene’, accusa ancora Burioni, “hanno raccontato su di me grottesche bugie su miei inesistenti interessi nel campo di anticorpi monoclonali anti-Covid, generando nei miei confronti un clima di intenso odio pubblico. Il loro metodo è stato quello di diffamarmi prima, senza neanche ascoltare la mia versione; e poi insistere pubblicamente pretendendo un confronto (a diffamazione avvenuta), e accusandomi velatamente di essere un vigliacco e di fuggire da loro. Io ho sempre risposto che un confronto l’avremmo avuto, ma davanti a un giudice. Quel confronto è incominciato, e il giudice ha disposto il sequestro delle due puntate di quel programma nelle quali venivo diffamato. Il tempo è galantuomo e le bugie hanno le gambe corte, e questa storia l’ha dimostrato ampiamente. Ora posso tornare al mio lavoro con un animo molto più sereno”, conclude Roberto Burioni.

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