Quando Bianca Berlinguer ieri ha dato la linea a Massimo Galli, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, durante la puntata di CartaBianca su Rai3 la faccia del professore diceva già tutto. “Sono in piedi a lavorare dalle 6 di stamattina. Posso capire tutto, ma faccio a meno” ha detto alla giornalista sottolineando che era fin “troppo scocciato”. La linea allo scienziato è stata data dopo la lunga intervista a Matteo Renzi mentre era in corso il cdm che ha dato via libera al Recovery con l’astensione delle ministre di Iv. E così alla domanda se fosse anche preoccupato dalla possibile crisi di governo lo scienziato ha sbottato: “Sono preoccupato dalla serqua di luoghi comuni che ho sentito oltretutto”, dove per serqua il professore intendeva grande quantità. Il leader di Italia Viva poco prima aveva detto che era “sconvolto” dal fatto che le scuole fossero chiuse da aprile e durante la frenetica giornata politica che il Mes veniva chiesto a fronte dei tanti morti registrati in Italia.
Sulla scuola e sul fatto che il premier Giuseppe Conte abbia prospettato “tempi peggiori” Galli è stato tranchant: “Mi pare che i numeri dicano questo ed è maledettamente preoccupante e chi ha responsabilità politica nel nostro paese ci gioca come se non fosse una cosa importante. Pazienza io non ho voglio di commentare discussioni che saranno anche su argomenti importanti, ma non tengono conto che in questo momento ci sarebbe da occuparsi in maniera specifica e diretta di questo e di non molto altro e poi, mi perdoni, i ragazzi hanno tutte le ragioni del mondo ma resta il fatto che la scuola, piaccia o non piaccia, per il movimento che induce è uno dei serbatoi importanti della diffusione di questa infezione. L’infezione cammina sulle gambe delle persone e si giova dei momenti di aggregazione. Certamente non è solo la scuola, ma non eravamo e non siamo nelle condizioni con gli ospedali che cominciano a riavere i malati nel pronto soccorso di andare a prendere questo come problema prioritario. Altrimenti si fa della pura demagogia“. In studio c’era anche il professor Andrea Crisanti che ha ricordato come sulla scuola non sia stato fatto un “vero campionamento. Non abbiamo dati e se riapriremo le scuole le riapriremo al buio”.
Galli però ha voluto anche dire la sua opinione sulla questione dell’alto numero dei morti in Italia: “Domani ci daranno dei terroristi, ma se gli ospedali vanno in crisi qualcuno non viene curato come deve essere curato”, poi “abbiamo a che fare con le terribili classifiche. Sulla questione dei morti, sono tanti tantissimi è una cosa spaventosa vederne tanti, ma vi posso dire che non è vero che abbiam più morti degli altri paesi in proporzione perché semplicemente li calcoliamo su un denominatore che è incompleto – ha spiegato l’infettivologo – perché manca probabilmente più di un milione di infettati della prima ora al denominatore dei morti. Se prende le infezioni che abbiamo avuto dal 1 settembre a oggi, infezioni documentate e molte le abbiamo anche perse abbiamo, abbiamo il 2.1 di letalità che è esattamente uguale a quello tedesco. È anche abbastanza elementare, non ci sono equazioni differenziali alla base sono solo due conti di aritmetica“. Il professore ha quindi spiegato che i morti della prima ondata, circa 29mila, su un numero di tamponi basso cioè 220mila, non poteva che da dare quel dato: il 13% di letalità: “E per forza un calcolo di morti su malati gravi o gravissimi è evidente che c’è un tasso di letalità spaventoso”. Per il professore durante la prima ondata c’è stato almeno un milione di persone contagiato che però è sfuggito al conteggio. Galli ha poi detto che su uno solo tema era d’accordo con Renzi ovvero alla vaccinazione del personale della scuola: “I dati che mi mandano da ambienti sindacali sulle infezioni nel personale delle materne e degli asili nido sono dati non discutibili. Esercito di infettati. È vero non è vero?”.
Il professore ha posto un altro tema, che farà discutere e in realtà ha già fatto discutere un mese fa dopo le dichiarazioni del direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito sul non vaccinare subito chi ha già avuto il Covid, ovvero quello di non vaccinare chi è stato infettato: “In Italia abbiamo 2 milioni e 200/300 che l’infezione se la sono fatta, la gran parte è guarita, oltre 70mila sono morti, altri sono in ballo ma l’infezione se la sono fatta. Secondo lei ha senso che si vaccini quelli che sono guariti? – Non ha nessun senso ma nessuno si prende la responsabilità di dirlo. Queste persone devono essere considerate nel tempo, bisognerà vedere come sarà la loro riposta immunitaria nel tempo ,ma sono persone che in questo momento non vanno vaccinate. Vanno vaccinate dopo eventualmente. Anche perché su questo non c’è uno straccio di dato scientifico“. Crisanti ha infatti ricordato che così facendo non si rispetta il protocollo per cui i vaccini sono stati sperimentati e che sono stati autorizzati in via emergenziale. Inoltre secondo i due scienziati la via migliore sarebbe quella di un altro locdown in cui le vaccinazioni diventano prioritarie e velocissime, anche per impedire che la stessa immunizzazione in piena pandemia porti il virus a mutare.
Anche questa mattina il professore è stato costretto a rispondere a domande sulla politica: “Mi tedia questa ottusa litigiosità che vedo nella politica, che continua a farsi i propri affarucci in una situazione in cui l’orchestra suona mentre il Titanic affonda. Questa è l’impressione che forse hanno anche molti italiani e di cui i politici e i commentatori dovrebbero tenere conto” ha detto intervenendo durante la trasmissione Agorà su Rai 3. Affinché il paese si possa riprendere in tutti i sensi “bisogna contenere questa seconda ondata non ancora terminata e intervenire affinché si riesca a fare la campagna vaccinale. Ma l’impressione – ha concluso – è che a questo si badi poco rispetto a altre questioni, sicuramente importanti ma che potrebbero esser rinviate in un momento più felice“.