Si è dimesso il primo ministro dell’Estonia, Juri Ratas. La decisione è arrivata in seguito a uno scandalo di corruzione che ha coinvolto un importante funzionario del suo Partito di Centro, che in Ue fa parte del gruppo liberale Renew Europe, sospettato di aver accettato una donazione privata per il partito in cambio di un favore politico su un accordo immobiliare.
Sono così partiti i colloqui per la formazione di un nuova coalizione di governo, visto che le dimissioni del premier hanno di conseguenza causato quelle del governo tripartito dell’Estonia, ma queste potrebbero non portare automaticamente a nuove elezioni nel caso in cui si riesca a trovare una nuova maggioranza. Il presidente dell’Estonia, Kersti Kaljulaid, ha proposto che Kaja Kallas, presidente del principale partito riformista dell’opposizione, formi il nuovo governo.
Sulla sua pagina Facebook il premier ha spiegato che si è dimesso ma che “il sospetto espresso dall’ufficio del pubblico ministero non significa che qualcuno sia sicuramente colpevole, ma getterà inevitabilmente un’ombra su tutte le persone coinvolte. In una situazione del genere, mi sembra doveroso dare l’opportunità dimettendomi di fare luce sui fatti”. Il premier ha comunque negato di aver commesso illeciti: “Nonostante mi assuma la responsabilità politica, posso dire con tutto il cuore che, come primo ministro, non ho preso decisioni dannose o deliberatamente sbagliate”.
Ratas ha guidato una coalizione di maggioranza del suo partito di centro, il partito nazionalista Ekre e quello conservatore della Patria dall’aprile 2019. Ha ricoperto la carica di primo ministro del Paese baltico dal novembre 2016. Martedì la polizia di sicurezza estone ha dichiarato che stava indagando sugli uffici dell’agenzia di credito statale KredEx per sospetti di corruzione legati a un prestito di 39 milioni di euro concesso al complesso immobiliare di Porto Franco nel distretto portuale della capitale, Tallinn. L’ufficio del pubblico ministero ha dichiarato separatamente che sospettava il Partito di Centro e cinque persone di coinvolgimento criminale nel caso immobiliare di Porto Franco, tra cui il segretario del partito Mihhail Korb, l’uomo d’affari Hillar Teder e Kersti Kraht, un consulente del ministro delle Finanze del Paese. Korb ha annunciato le sue dimissioni martedì.
Essendo il più grande partito politico a Tallinn, il Partito di Centro controlla l’ufficio di sindaco e ha l’ultima parola su come sviluppare progetti di infrastrutture pubbliche come strade e trasporti nella capitale. I media estoni hanno riferito che il sindaco di Tallinn, Mihhail Kolvart, è stato interrogato sul caso ma non è sospettato di alcun illecito. Teder, il cui figlio Rauno è il principale azionista di Porto Franco, è sospettato di aver stretto un accordo con Korb per facilitare le vie di accesso alla tenuta di Porto Franco nel distretto portuale in cambio di una donazione di un milione di euro al partito. Nel 2015, Hillar Teder era sospettato in un caso di corruzione che coinvolgeva l’ex sindaco di Tallinn e leader del partito di centro Edgar Savisaar. Ratas ha insistito sul fatto che il progetto immobiliare non ha avuto alcuna influenza nel processo decisionale del governo.