Il quotidiano conservatore che in passato non aveva lesinato duri attacchi all'Italia riconosce i risultati italiani nel programma vaccinale. Sorpresa per il sorpasso anche sulla Germania e per l'andamento nelle regioni del Mezzogiorno migliore rispetto a quelle del Nord
Die Welt, importante quotidiano conservatore tedesco, dedica un articolo all’Italia riconoscendone i meriti nella campagna vaccinale anti Covid. Una “medaglia” nono scontata se si considera che anche in un passato recente il giornale non ha lesinato attacchi velenosi a Roma. Lo scorso 9 aprile aveva ad esempio “avvisato” la Merkel che la mafia stava solo aspettando i fondi anti pandemia di Bruxelles.
“Sulle vaccinazioni l’Italia sta staccando quasi tutta Europa e lascia indietro anche al Germania”, titola invece adesso Die Welt che parla di un risultato “sorprendente” di cui la penisola stessa “si meraviglia”. Nel testo si citano poi i dati: il bollettino di martedì mattina ha mostrato che in Italia sono state vaccinate 718.797 persone, e cioè “più di ogni altro stato in Europa”. In termini proporzionali, rispetto alla popolazione, fa meglio solo la Danimarca, si rileva, con 2 persone vaccinate per ogni 100 abitanti, mentre “in Italia sono 1,16, in Germania solo 0,73”.
In quello che da Berlino dev’essere visto davvero come un mondo capovolto, Die Welt evidenzia anche un altro dato inedito. “E’ interessante notare come la tipica differenza fra Nord e Sud, che vede in genere il nord più efficiente e il sud più lento e caotico, sia in questo caso capovolta: la regione più veloce è la Campania”. Infine il quotidiano propone una possibile analisi dei motivi del vantaggio italiano: potrebbe risiedere nel fatto che il piano nazionale preveda di vaccinare prima il personale sanitario, che si trova già nelle strutture adeguate a ricevere il vaccino.
Due giorni fa nel suo rapporto sull’Europa la banca d’affari statunitense Goldman Sachs ha evidenziato come verosimilmente l’Italia sarà in testa alla classifica dei vaccinati anche nel secondo trimestre dell’anno ponendo le basi per un ripresa economica migliore di quanto inizialmente previsto e superiore al 6%.