L’Istat certifica oggi le difficoltà dell’industria italiana alle prese con il ritorno di limiti e restrizioni. Lo scorso novembre la produzione è scesa dell’1,4% rispetto ad ottobre e de 4,2% nei confronti dello stesso mede del 2019. Rispetto all’anno prima quasi tutti i comparti chiudono novembre con il segno meno. Crolla in particolare l’industria tessile e abbigliamento (- 26,7%) su novembre 2019), la meccanica arretra di quasi il 7% e scende anche la farmaceutica (- 8,2%). Riescono invece a crescere le apparecchiature elettriche (+ 5,9%) e i mezzi di trasporto (+ 2,3%).

Oggi l’agenzia di rating Standard and Poor’s ha illustrato le sue nuove previsioni per l’economia europea. Sull’industria italiana S&P’s prevede che i ricavi delle aziende torneranno sui livelli pre-Covid nel 2022. Come ha spiegato Renato Panichi, responsabile dei ratings aziendali, “Attualmente il 42% delle aziende italiane che ha un outlook negativo, in linea con la media europea. Quindi non abbiamo un caso Italia perché siamo perfettamente allineati. Non abbiamo avuto azioni negative di rating dovute al covid per le società italiane. Le azioni che abbiamo avuto sono riferite ad azioni specifiche, e faccio riferimento al caso del gruppo Atlantia che però non hanno a che vedere con la crisi covid”.

Secondo l’agenzia di rating nel 2021 il Prodotto interno lordo in Europa racconterà “due storie” con una probabile contrazione nella prima metà dell’anno ed una forte ripresa nel secondo semestre. In Italia è prevista una crescita del Pil del 5,3% nel 2021. Ci sono tutte le “condizioni per un forte recupero anche sul mercato del lavoro“, ha affermato il capo economista per l’area europea dell’agenzia Sylvain Broyer. “I nuovi lockdown – ha aggiunto – non pesano sull’economia come il primo. La politica europea è coinvolta e coordinata come mai lo è stata”.
In Italia la ripresa economica sarà “veloce ma il finanziamento dell’economia relativamente lento”, ha proseguito. L’economia italiana è più “profittevole rispetto a quella degli altri Paesi e può crescere più rapidamente”.

Infine una considerazione sulla probabile evoluzione dei crediti deteriorati delle banche. “Ci aspettiamo che gli Npl in Italia aumenteranno in maniera significativa”, ha detto Mirko Sanna, responsabile per l’agenzia delle istituzioni finanziarie. “E’ difficile – aggiunge – fare una previsione precisa ma, il nostro scenario base, ci porta a prevedere che gli Npl raddoppieranno ai livelli medi di novembre. Dovremmo arrivare sui 200 miliardi di Npl. Una volta che l’Eba (l’autorità di vigilanza europea, ndr) rilascerà le nuove regole ci sarà un impatto molto forte. Riteniamo tuttavia le perdite sostenibili e inferiori rispetto al passato, perché le banche hanno una struttura del capitale più solida”.

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