di Roberto Severoni
Per capire la vera portata della crisi che ci ha investito voglio fare una ipotesi al limite: la possibilità di avere una quantità indefinita di denaro, a fondo perduto.
Con le nuove varianti del Covid per fronteggiare la pandemia occorre vaccinarsi tutti, e per evitare nuovi rischi, in attesa che si vaccinino tutti, occorre un lockdown duro: questo dicono i virologi. E questo il denaro non lo risolve direttamente.
Il Covid provoca un blocco economico e, finché durerà, il blocco continuerà. Una disposizione di denaro infinita sarebbe utile a tamponare la situazione ma non a risolverla: aiuterebbe la sopravvivenza di settori e di persone finite economicamente e basta.
In questo contesto va inquadrata la retorica renziana, fatta di tante osservazioni, alcune condivisibili, altre meno. In tempi normali sarebbe un giusto processo democratico, solo che lui cavalca un momento straordinario. Questa retorica si intestardisce su alcuni punti e si sa che la testardaggine renziana lo ha già portato a bruciarsi politicamente; ma evidentemente le esperienze passate non lo hanno reso saggio. “O così o niente”: sembra il ragionamento di un ragazzino che ragazzino non è.
Non ha capito che adesso il problema non sono i soldi, come si spenderanno, a chi andranno, non ha compreso l’attuale momento drammatico. Se dovesse persistere ancora questa situazione i soldi non serviranno più per risistemare un’economia già distrutta e che non sarà mai più come prima, che non avrà più gli stessi protagonisti economici. La società sarà sarà spazzata via e azzerata, è solo questione di tempo. Tempo che il denaro non potrà mai comprare.
In questa situazione il denaro infinito servirebbe solo per sopravvivere fino a che tutto sarà finito. Il dibattito-ricatto politico sta sciupando il bene più prezioso, che è il tempo. La politica non lo tiene in considerazione, pensando che tutto sia in via di risoluzione: le variabili in gioco però raccontano un’altra storia.